E la terza stella arrivò. La Juventus se l’è cucita sulla maglia oggi domenica 4 maggio senza neanche giocare. Il tonfo della Roma a Catania (1 a 4) nella 36esima giornata di campionato produce questo effetto sul campionato di calcio italiano. “Oggi è speciale, è il mio primo scudetto con la Juve facendo la storia. “È incredibile – dice Carlos Tevezai microfoni di Sky Sport dal ritiro della Juventus – È una gioia incredibile per me e per i miei compagni, ma mi aspettavo di vincere lo scudetto domani sul campo”. Un Tevez che come tutto il gruppo “pensavamo lunedì dopo la rimonta di Sassuolo di aver vinto lo scudetto. Credo che la squadra non sia solo Conte e Tevez, ma anche di tutti i giocatori e lo staff tecnico che oggi si consacrano tre volte campioni d’Italia”. Un Tevez che ha fatto centro alla prima occasione: “Io lavoro sempre che vada tutto bene, ma non me l’aspettavo. Sono sorpreso e ora vogliamo festeggiare“. Per Tevez il gol più importante della sua stagione “è quello nel derby contro il Torino, fondamentale”. Infine la dedica va alla “famiglia che mi è sempre vicina anche quando si perde”.

Buffon: “L’Italia ringrazi la Roma per come ha giocato”. C’è più soddisfazione a vincere sul campo, dopo aver profuso uno sforzo fisico e psicologico. Ma la gratificazione è sempre tanta anche così. Mi era già successo una decina di anni fa” dice Gigi Buffon ai microfoni di Sky. Parlando dal ritiro della squadra a Leinì, il portiere bianconero aggiunge: “Penso che Sassuolo sia stata una tappa importante, ma anche a Genova quando con Pirlo con una grande punizione a poco dalla fine, dopo essere passati da tante insidie, siamo riusciti a tirare fuori quel colpo che ci ha dato la certezza di proseguire”. Infine Buffon crede che “l’Italia debba ringraziare la Roma per per come ha giocato. In alcuni momenti ci ha impressionato, tanto che non avevamo le certezze di arrivare fino in fondo vista la loro forza. Se il campionato è stato scosì bello il merito è anche loro”. 

Domani match con l’Atalanta, ma è già festa. La Juventus di Antonio Conte cala quindi il tris tricolore senza neanche giocare. La Vecchia Signora si tiene lo scudetto sulla maglia centrando il terzo titolo consecutivo, il 32° per il popolo bianconero e il 30° per l’albo post-calciopoli. Il successo arriva ad una settimana dalla ‘passerella’ in programma domenica prossima sul campo proprio della Roma, unica vera rivale in un duello lungo 8 mesi. I giocatori, in ritiro, per la gara di domani con l’Atalanta, sono stati immortalati sul twitter della Juve mentre ballano e si abbracciano, brindando per il titolo e cantando “Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi”, indossando delle magliette nere con il numero 32. (Foto dall’account Twitter della Juventus)

Alla Roma piazza d’onore con 85 punti a due gare dal termine. La Juve fa festa e punta dritta ai 100 punti in un’annata che lascia ai giallorossi una sorta di titolo morale: con 85 punti, a due gare dal termine, pari a quelli raccolti dalla formazione di Rudi Garcia, si dovrebbe passeggiare in vetta alla classifica. Invece, quest’anno bisogna accontentarsi della piazza d’onore perchè davanti c’è chi vince sempre, o quasi. La Juventus conserva il tricolore grazie a 30 successi in 35 partite, con sole 2 sconfitte al passivo. La prima, il rocambolesco 4-2 incassato il 20 ottobre a Firenze, sembra il trampolino per la fuga capitolina. La Roma, capace di vincere le prime 10 partite, vola a +5 e sogna. Lo stop dei bianconeri somiglia ad una resa anticipata e invece si rivela una svolta. La squadra di Conte dà inizio ad una striscia di 11 vittorie consecutive che rovesciano il tavolo.

Juve bocciata in Champions e in Europa League. Il 24 novembre, con il 2-0 sul campo del Livorno, i torinesi mettono la freccia e si prendono il primo posto che non molleranno più. Il 5 gennaio, allo Juventus Stadium, la Roma viene demolita per 3-0 e precipita a -8. Da lì in poi, il gap tra le prime due della classe non si riduce più. I campioni d’Italia, bocciati in Champions League con l’eliminazione nella fase a gironi, sono costretti a ripiegare sull’Europa League da cui è uscita lo scorso 1° maggio. Gli impegni internazionali del giovedì non si rivelano un handicap, anche se la squadra non sempre è brillante e i risultati sono legati a doppio filo ai lampi dei big: Carlos Tevez (finora 19 gol) e Fernando Llorente (15) regalano a Conte una dote preziosissima di reti e punti. Al pareggio di Verona, nel 24° turno, fanno seguito 7 vittorie che consentono di portare il vantaggio sulla Roma a 11 lunghezze prima del secondo passo falso del torneo. La Juve cade a Napoli, il margine scende a 8 punti. Non scatta nessun allarme, perchè la Vecchia Signora riparte con un altro poker di successi: cadono Livorno, Udinese, Bologna e Sassuolo. La Roma vince sempre, colleziona 9 successi di fila ma non riesce ad accorciare le distanze. A Catania, i giallorossi frenano e alzano bandiera bianca: la Juve si tiene lo scudetto.

La Roma perde in Sicilia, il Catania spera. La squadra allenata da Garcia, con molti giocatori non al meglio, perde sonoramente 4-1 con i siciliani in piena lotta per la salvezza. In questo modo i giallorossi restano a 85 punti, con due sole gare da giocare, a -8 dai bianconeri, da oggi campioni d’Italia per la terza volta consecutiva. I siciliani invece festeggiano perché salgono a 26 punti e sperano ancora.

I giallorossi puntavano alla decima vittoria consecutiva per evitare oggi una festa scudetto anticipata della Juventus, che sarà impegnata domani sera in casa contro l’Atalanta. Garcia, privo degli squalificati Destro e Nainggolan e con Castan, Benatia non al meglio e Toloi infortunato, schiera De Sanctis tra i pali, difesa a quattro con Maicon, Romagnoli, Castan e Dodò; in mezzo al campo Pjanic, De Rossi e Taddei; davanti turno di riposo per Gervinho e attacco affidato a Florenzi, Totti e Ljajic. Pellegrino risponde con un 4-3-3 molto offensivo e con tante motivazioni con Izco e Bergessio molto ispirati.

Si vede subito la condizione, soprattutto mentale, delle due squadre. Un Catania coraggioso e vispo contro una Roma un po’ sottotono. Al 26′ grande ripartenza rossoazzurra innescata da Izco che serve Leto, palla a Bergessio e poi ancora per Leto in area. Colpo di tacco per l’accorrente Izco che infila di interno sinistro il portiere della Roma. Passano otto minuti e il Catania raddoppia: al 34′ cross dalla sinistra, Bergessio spizza la palla di testa per Izco che, defilato a destra, colpisce di prima intenzione e sigla la doppietta e il 2-0. La Roma prova subito a reagire e al al 37′ un lancio lungo di De Rossi trova Florenzi in area, tocco di testa per il capitano che tutto solo davanti alla porta non sbaglia e segna l’1-2.

E Garcia disse: “Il campionato è chiuso”. Al 45′ occasione del pari per Gervinho, da poco entrato al posto di Taddei. Tocco di prima di Francesco Totti che smarca l’ivoriano davanti al portiere ma Frison resta in piedi e para il tiro morbido dell’ex Arsenal. Nella ripresa però la musica non cambia e al 10′ su un sinistro dal limite di Leto De Sanctis respinge corto, arriva Bergessio che sigla il 3-1. La Roma prova ancora a reagire con Totti ma non inquadra la porta e al 34′ la gara si chiude: finta di Bergessio, palla al limite per Barrientos che controlla, prende mira e batte De Sanctis dal limite per la quarta volta. Un risultato impietoso per la Roma che fino ad oggi aveva sempre mantenuto la testa su ogni gara, ma forse come aveva detto ieri Garcia, il campionato era ormai chiuso.

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