Ventidue anime si danneranno all’inseguimento di un pallone, per 90 minuti, su un terreno senza erbetta e polveroso. Nel calcio, definire bolgia il campo, teatro di partite molto accese è normale. Diventa quasi naturale farlo se le due squadre che si sfideranno domenica 4 maggio sono l’espressione calcistica di due luoghi spesso associati all’inferno e che, fuor di metafora, sono entrambe nel Girone A della Terza Categoria Catanese. Cara Mineo e Pro Librino, seconda e terza nel campionato appena concluso, si giocano la promozione in seconda categoria in un singolo match che si disputa sul campo allestito all’interno del Centro di accoglienza di Mineo.

Il pallone può diventare sollievo, il riscatto per realtà sofferenti e che trovano nel calcio uno sfogo necessario, un modo per scalare i cerchi concentrici di una società “infernale” che vuole relegare in panchina intere fasce di popolazione. I due progetti sportivi sono al primo anno di vita e il successo sul campo è già evidente. La Pro Librino 2012 è nata per la crescita del quartiere e dei giovani, che hanno trovato nell’Associazione un punto di riferimento. Le radici del progetto sono solide tant’è che anche la politica si è accorta della nuova squadra rossazzurra aiutandola nella creazione della Scuola Calcio con un campo proprio a Librino.

“U quatteri” è una roccaforte dell’illegalità. Oltre settantamila persone vivono in questo rione di Catania, da molti definito un inferno senza infrastrutture e decoro. In tanti non ci stanno e si battono per cambiare le cose e fra questi Luciano Bruno che racconta attraverso uno spettacolo teatrale il dramma quotidiano del proprio quartiere. Librino è un monologo portato in scena da questo ragazzo, collaboratore de I Siciliani Giovani che proprio mentre realizzava un servizio giornalistico è stato malmenato e derubato ad un passo dal “palazzo di cemento”, edificio simbolo del degrado del quartiere. Quando Luciano venne aggredito, le istituzioni fecero dichiarazioni di solidarietà e il presidente del Teatro Stabile, Nino Milazzo, si mise a disposizione per mettere in scena lo spettacolo che da tempo Luciano porta dentro di se. È la storia di alcuni ragazzi che vivono la trasformazione del quartiere: la droga, le armi nascoste negli appartamenti fatiscenti. All’ombra di quei grattacieli crescono Pirocchiu, Grattacielo, Menzabirra, Tigna, Lucio Dalla, Funcia, Aurora e le sue amiche. Cercano solo un campo in cui giocare a pallone

Il teatro diventa adesso realtà nella Pro Librino e Pirocchiu, Tigna, Funcia indossano maglie rossazzurre e si chiamano Celentano, Muzzetta e Pappalardo. I ragazzi allenati da Mister Maugeri hanno questa storia da portare in campo contro chi arriva dall’altro mondo, forse dall’inferno vero, cui ha preferito quello che ha trovato nel centro di accoglienza di Mineo.Questa struttura nel centro della Sicilia ospita circa 4000 persone che aspettano che la loro richiesta d’asilo venga valutata: un’attesa che può durare più di un anno.

Ingannare il tempo e non fermarsi a pensare, un anno da vivere dentro un luogo fuori dal mondo. Si sopravvive da sospesi, da guardati a vista dai soldati armati all’ingresso ma all’interno le regole latitano e col passare dei giorni il Cara somiglia a Librino. Inferni statali, errori-orrori della politica che degenerano dal progetto originale. Negli anni ’70 Kenzo, il grande architetto giapponese, aveva immaginato Librino come un immenso giardino di palazzi, strade e famiglie. Era l’ideale newtown di chi con quel concetto di urbanistica moderna ci ha fatto spot e preso voti. Invece i soldi hanno trasformato “l’accoglienza” in un business senza scrupoli: 34,60 euro al giorno  ricevuti dal consorzio Calatino Terra di Accoglienza, per ognuno degli ospiti, con i numeri attuali fanno cinquanta milioni l’anno. Uno spreco inaccettabile se per di più la solidarietà e le condizioni umane non sempre sono contemplate fra i servizi resi. Abdullahi il cannoniere, Nje Bakary o i diversi Saikou che compongono la squadra del Cara Mineo, nel loro piccolo sono dei privilegiati che con gli allenamenti si sudavano i loro 90’ di libertà per andare a disputare gli incontri di campionato.

Miglior attacco (78 goal) e miglior difesa (24) hanno fruttato 50 punti, uno in meno della prima che è stata già promossa. L’inesperienza di questa nazionale africana è stato un fattore decisivo e che ha rimandato l’eventuale promozione alla sfida di domenica 4 maggio. Alle 16 a Mineo, nel pieno del “vespro” siciliano e fra la polvere del campo del Cara, gli esuli sfidano i “librinoti”, per risalire una cerchia di quell’inferno che per 90’ minuti arde fuori dal campo di gioco, teatro di uguaglianza, fratellanza e solidarietà. Quel giorno le porte del paradiso avranno pali e traverse.

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