Il primo maggio lombardo quest’anno ha fatto tappa a Malpensa (Milano), un luogo simbolo della crisi e del precariato. I posti di lavoro a rischio ormai non si contano nemmeno più, impossibile muoversi in un groviglio di cooperative e appalti che spesso nascondono situazioni al limite dello sfruttamento. Contratti a termine a chiamata, poche centinaia di euro per cercare di arrivare a fine mese. La stima tra lavoratori in ambito aeroportuale e indotto parla di oltre 70 mila posti da anni sotto lo scacco di una politica incapace di fornire risposte concrete. E i lavoratori lombardi di Cgil, Cisl e Uil oggi chiedono proprio di non essere lasciati soli, a Malpensa come in tutte le altre situazioni critiche, chiedono un impegno concreto per il rilancio del settore industriale e uno sforzo per l’emersione da un precariato sempre più opprimente  di Alessandro Madron

Articolo Precedente

Primo maggio: festa degli schiavi?

next
Articolo Successivo

Taranto, Landini: ‘Su Ilva contrapposizioni tra città e lavoratori utili ai Riva’

next