“Cercate ‘Vannoni patent’ per sapere cosa c’è dentro le infusioni di Stamina”. Davide Vannoni rispedisce al mittente, come ha sempre fatto, le domande sul contenuto effettivo del trattamento proposto da Stamina Foundation: “Oltre all’acido retinoico? Quello che c’è – dichiara da Milano Vannoni – lo sanno anche all’ospedale di Brescia”. La procura di Torino ha accusato il fondatore di Stamina Foundation di mantenere “la terapia segreta non rispettando le buone pratiche cliniche (GCP) che impongono di fornire agli sperimentatori e ai comitati Etici tutte le informazioni disponibili sul prodotto utilizzato (…) vantando brevetti mai ottenuti”. Il metodo non è mai stato brevettato; dagli Usa avevano respinto le domande arrivate da Vannoni ed Erica Molino (biologa di Stamina), ma l’esperto di marketing minimizza: “Ci avevano detto che erano incomplete e non abbiamo voluto presentare dati aggiuntivi”, anche se molti dei medici interrogati hanno ritrattato l’iniziale benevolenza nei confronti del metodo. Per il suo futuro, immagina ancora l’Italia: “Dove vado? Penso che avrò in corso un processo in Italia. Ma le famiglie si stanno organizzando, con una cooperativa a Capo Verde”  di Francesca Martelli

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