Nella guerra sul simbolo di Alleanza Nazionale la spunta Giorgia Meloni. Le storie d’amore non sempre finiscono bene e, quando va male, si risolvono davanti alla giustizia. Questo sembra essere il caso degli ex di Alleanza Nazionale che questo pomeriggio hanno visto un tribunale decidere su parte della loro storia e sul loro destino, il loro simbolo. Il giudice della sezione civile del tribunale di Roma ha rigettato l’istanza presentata da alcuni membri della Fondazione An, rappresentati dall’avvocato Roberto Ruocco (lui stesso membro della fondazione ed ex An), che chiedeva di togliere l’utilizzo del simbolo di Alleanza Nazionale a Fratelli d’Italia. In sostanza, quindi, il simbolo viene consegnato al partito della Meloni. Un primo passo verso una nuova Alleanza Nazionale?

La storia – La lite nasce all’interno della Fondazione An a seguito di due delibere, approvate rispettivamente dall’assemblea e dal cda della fondazione stessa il 14 dicembre 2013 e l’8 gennaio 2014. La prima dà il via libera alla mozione firmata da Meloni, La Rus­sa, Alemanno e altri, la seconda concede all’Associazione Fratelli d’Italia il simbolo e la denominazione di Alleanza Nazionale. Ruocco e gli altri ritengono questi atti illegittimi e decidono di rivolgersi al tribunale. Per diverse ragioni: innanzitutto “la mancanza del numero legale” nella prima assemblea, poi il fatto che “gli atti risultano contrari alle finalità e scopi statutari” della Fondazione stessa. Che in pratica avrebbe dovuto – questa la versione di chi ha presentato il ricorso – “blindare” i simboli e i beni di Allean­za Nazionale e assegnare la sua eredità non a questo o a quello ma alla storia dei partiti po­litici italiani e della destra in particolare. Insomma: Alleanza Nazionale sarebbe dovuta finire lì e la Fondazione avrebbe dovuto solo promuovere e tutelare una storia, non costruirne un’altra.

La campagna elettorale – Autorizzata a utilizzare il simbolo, Fratelli d’Italia lo include nel suo. In tutti i manifesti, le locandine e le pubblicità il simbolo An viene messo in risalto. La speranza, nell’immediato, è quella di raggiungere il miglior risultato possibile alle prossime elezioni europee e non solo. Secondo i sondaggisti e l’ambiente parlamentare legato alla storia di Alleanza Nazionale il simbolo potrebbe fare la differenza necessaria a superare la soglia minima del 4% alle Europee. Il malessere che serpeggia tra i militanti che non vogliono più votare Forza Italia e Silvio Berlusconi spinge molti ex di Alleanza Nazionale che non hanno mai digerito la fine del loro partito e la fusione a freddo nel Pdl a ragionare sull’opportunità di guardare al futuro.

Una nuova Alleanza Nazionale – Da tempo si susseguono le riunioni e gli incontri tra gli ex, non solo quelli già in Fratelli d’Italia ma anche e soprattutto quelli approdati in Forza Italia. Tutti sono consapevoli che il partito di Berlusconi è destinato a implodere. L’unica cosa che frena gli ex An dall’uscire allo scoperto è la pistola puntata della riforma elettorale. Se dovesse passare l’Italicum molti sono certi che non sarebbero ricandidati. L’opzione è affossare il progetto di riforma elettorale e puntare a un nuovo partito di destra. Per ora sono tutti fermi ad aspettare i risultati delle prossime elezioni. Ma, si sa, quando un amore finisce è difficile tornare indietro. Ormai le anime sono diverse, i rancori personali insanabili e anche se un ritorno ad Alleanza Nazionale è il sogno di tutti la cosa sembra al momento improbabile.

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