“Ho apprezzato la fase iniziale del primo settennato di Giorgio Napolitano, poi il suo comportamento mi è diventato incomprensibile”. Così Ermanno Rea, scrittore e giornalista, candidato nella circoscrizione Sud con la Lista Tspiras alle prossime Europee. Nel 1995 il suo libro “Mistero Napoletano” (Einaudi, 387 pagine) tratteggiò la figura di Francesca Spada e le vicende del Pci sotto il Vesuvio negli anni Cinquanta con l’espulsione dal partito del fondatore del Gruppo Gramsci Guido Piegari, critico nei confronti delle posizione di Giorgio Amendola. A distanza di venti anni, il volume, che provocò un’accesa discussione nella sinistra italiana, torna nelle librerie, edito da Feltrinelli, con un’appendice nuova che approfondisce la spaccatura nel Pci e la sconfitta del gruppo Gramsci. “Allievo di Amendola era Giorgio Napolitano – spiega Rea – oggi ha svilito il suo stesso passato, avrebbe potuto tutelarlo meglio. Non riesco a spiegarmi il suo moderatismo spinto”  di Annalisa Ausilio e Fabrizio d’Esposito

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