Questa sera a Londra (diretta streaming qui dalle 8.30 pm, ora di Greenwich) conosceremo la classifica del World’s 50 Best Restaurants di quest’anno, il premio destinato ai ristoranti d’élite che può essere definito una specie di premio Oscar della cucina voluto ed organizzato dagli inglesi della rivista Restaurant Magazine. Il World’s 50 Best Restaurant (in amicizia Worlds50Best, che è anche l’hashtag di riferimento su Twitter) proprio come accade per l’assegnazione degli Academy Awards lascia fra gli addetti ai lavori e gli appassionati strascichi polemici lunghi anche molti mesi.

L’edizione dell’anno scorso fu caratterizzata dall’ascesa alla vetta del celeberrimo El Celler de Can Roca di Girona (Spagna), il tre stelle Michelin dei tre fratelli Roca, che riuscì a scalzare dalla prima posizione l’altrettanto famoso Noma di Copenhagen guidato da René Redzepi. Redzepi aveva ottenuto l’ambito premio per ben tre volte; va annotato – infatti – come, in dodici edizioni, solo cinque grandi ristoranti si siano alternati al primo posto della Top 50: cinque volte El Bulli di Ferran Adrià (Spagna), tre volte il Noma appunto, due The French Laundry di Thomas Keller (USA) e una The Fat Duck di Heston Blumenthal (Inghilterra), che vinse nel 2006.

Ma il 2013 è stato anche l’anno dell’ingresso fra le prime tre di Massimo Bottura e della sua Osteria Francescana di Modena, una decina di ambitissimi tavoli in pieno centro, a poche centinaia di metri dal Duomo. Secondo alcune voci accreditate, questa sera Bottura potrebbe addirittura aspirare al primo posto, con la sua cucina innovativa ma vicina alla migliore tradizione culinaria emiliana ed italiana. Sarebbe un risultato storico, un po’ per l’esclusività della graduatoria un po’ per quella scarsa alternanza di cui già abbiamo scritto. E – diciamolo – sarebbe anche una grande affermazione per il nostro Paese in campo internazionale in un periodo storico nel quale certi riconoscimenti non abbondano.

Gli altri rappresentanti italiani in classifica nel 2013 erano Le Calandre di Massimiliano Alajmo (Sarmeola di Rubano, Padova) al numero 27, il Combal.Zero di Davide Scabin (Rivoli, Torino) alla quarantesima posizione e il Piazza Duomo di Enrico Crippa (Alba, Cuneo) entrata l’anno scorso direttamente alla posizione numero 41. Resteranno nella top 50? Miglioreranno la loro posizione? Non ci resta che aspettare qualche ora per scoprire le decisioni della giuria, composto da oltre 800 esperti provenienti da tutto il mondo (critici, chef, ristoratori) suddivisi secondo le 27 regioni geografiche di provenienza. Ogni regione ha un proprio panel (31 membri, 10 cambi ogni anno), ogni componente esprime 7 preferenze, 4 all’interno della propria area geografica e 3 nel resto del mondo, purché visitati nell’ultimo anno e mezzo. Un’ampia giuria e un meccanismo complesso e trasparente – gli sponsor non votano, ad esempio – che, siamo pronti a scommetterci, non diminuirà polemiche e recriminazioni. 

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