Italia promossa, ma la Spagna l’ha già raggiunta. O, almeno, è quello che pensano gli analisti dell‘agenzia di rating Fitch che, in scia all’entusiasmo per l’agenda Renzi, venerdì ha rivisto al rialzo le prospettive (outlook) della Penisola portandole da una valutazione “negativa” a “stabile“. Confermato, poi, il giudizio sul merito di credito (rating) a BBB+, cioè di qualità medio bassa. Alla base della decisione, la convinzione che la recessione sia conclusa, le condizioni di finanziamento dell’Italia siano migliorate e i rischi legati al settore finanziario siano scesi, con le grandi banche che hanno beneficiato di migliori condizioni di mercato per rafforzarsi. Sullo sfondo le riforme promesse dal governo. 

Dalla metà del 2012, spiega l’agenzia, “il rating sovrano dell’Italia ha beneficiato di un significativo miglioramento delle condizioni di finanziamento. Il tasso medio di emissione per il Tesoro italiano è sceso al minimo storico dell’1,6% nel primo trimestre di quest’anno”. Fitch sottolinea anche che “l’Italia ha dimostrato flessibilità finanziaria e capacità di recupero durante la crisi dei debiti sovrani” e nel settore finanziario “i rischi si sono ridotti con le grandi banche che hanno tratto vantaggio dal miglioramento delle condizioni di mercato per rafforzare il proprio il capitale in previsione dell’asset quality review della Bce e sono stati annunciati aumenti capitale per circa 10 miliardi“. Nel corso di quest’anno, l’agenzia si attende “un ampliamento del surplus delle partite correnti” trainato da una più forte domanda per l’export mentre le importazioni rimarranno contenute per la debolezza della domanda interna”.

Entusiasmo malcelato, poi, per “il governo di Matteo Renzi ha annunciato un’agenda di riforme strutturali con una tabella di marcia ambiziosa”. Fitch rileva comunque che “gli indicatori su mercato del lavoro e inflazione evidenziano la fragilità dell’economia” e che “il potenziale di crescita del’Italia è debole rispetto agli altri membri dell’Eurozona”. L’agenzia sottolinea anche che Renzi ha confermato “l’impegno del precedente governo a rispettare i parametri fiscali dell’Eurozona, in particolare il mantenimento del deficit sotto il 3% del Pil nel 2014 e un programma di consolidamento fiscale nel medio termine”. E ricorda che in linea con il Programma di Stabilità, “il governo utilizzerà la limitata flessibilità fiscale creata dai risparmi derivanti dalla spending review per supportare l’economia attraverso tagli delle tasse nel breve termine”. Di conseguenza Fitch prevede che nel settore pubblico “il deficit sarà vicino al 3% del Pil nel 2014 per il terzo anno consecutivo”. In generale, per l’agenzia “una stabilizzazione del rapporto debito-Pil” e “una maggiore fiducia” nel fatto che questo processo sia posto “saldamente su un sentiero di discesa” potrebbe portare a “un’azione positiva sul rating” dell’Italia, mentre i principali fattori di rischio che potrebbero determinare una “azione negativa” sono l’instabilità politica che rischia di “paralizzare le politiche economiche e fiscali”, o indebolire l’impegno nell’azione di consolidamento fiscale, oltre a shock economici o misure fiscali che possano compromettere la fiducia nel piano di riduzione del debito.

La promozione più consistente, però, è arrivata per Madrid cui Fitch ha rivisto al rialzo il rating portandolo a da BBB a BBB+, lo stesso di Roma. Con le stesse prospettive stabili. Secondo l’agenzia “i rischi per la solvibilità della Spagna sono diminuiti”, mentre “le condizioni finanziarie sono migliorate, le prospettive dell’economia sono più certe e i rischi legati alle banche spagnole che pesano sul debito sovrano sono calati”. Inoltre, per gli economisti dell’agenzia di rating il consolidamento fiscale degli ultimi due anni “è stato forte” con il deficit, escludendo gli aiuti alle banche, sceso del 2,5% del Pil nel biennio 2012-2013, “nonostante una flessione del Pil nominale del 2,2% nello stesso periodo”. Ancora, Fitch segnala che “la bilancia dei pagamenti è stata guidata da un andamento solido delle esportazioni“. Per Fitch “le riforme economiche strutturali del mercato del lavoro, del sistema pensionistico, del quadro fiscale e del settore finanziario che sono state messe in atto dalle autorità dall’inizio della crisi hanno migliorato le prospettive a lungo termine del debito spagnolo”. Tuttavia, ricorda l’agenzia, il disavanzo pubblico “resta ampio” (5,7% del Pil previsto nel 2014) ed è atteso un picco del debito al 104% del Pil nel 2016.

Valutazioni che però in Borsa non hanno avuto grandi effetti a causa della nuova ondata di panico per la situazione russa, con la bocciatura di Mosca da parte di Standard & Poor’s che ha abbassato il rating della Russia da BBB a BBB- (l’ultimo gradino prima di junk, ossia spazzatura) e ha mantenuto le prospettive (outlook) negative a causa delle tensioni tra Mosca e Kiev. E così Milano ha aperto in ribasso frazionale e, al pari delle altre piazze europee, ha ampliato le perdite per poi chiudere a -1,73% seguita da Francoforte a -1,54%, Parigi -0,80%, Londra -0,26% e Madrid -1,49 per cento. L’escalation della tensione tra Russia e Ucraina, mentre si fa più aspro il braccio di ferro fra il blocco Usa-Europa e il Cremlino tra minacce di ulteriori sanzioni e ritorsioni, ha spinto Standard & Poor’s a rivedere le sue valutazioni. Il rublo si è deprezzato ancora e neanche la mossa di Mosca di alzare il tasso di interesse dal 7 al 7,5% è riuscita ad arginare la discesa della moneta russa. Gli scenari di guerra hanno innescato la corsa agli asset-rifugio, a partire dal Bund tedesco che ha visto scendere il rendimento di nuovo sotto l’1,50 per cento. Di conseguenza, il differenziale di rendimento (lo spread) tra il Btp italiano e il Bund si è ampliato oltre i 160 punti base, proprio mentre per il Tesoro si apre una settimana impegnativa in cui punta a raccogliere fino a 16 miliardi di euro nel round delle aste di fine mese. 

Per l’Italia, in ogni caso, la promozione di Fitch arriva a ridosso della missione a Parigi e Londra del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Senza contare che nell’agenda dell’Eurogruppo del 5 maggio secondo fonti di Bruxelles ci sarà anche un focus sull’Italia e i suoi squilibri macroeconomici considerati “eccessivi” dalla Commissione europea. Padoan incontrerà lunedì mattina a Parigi l’omologo francese Michel Sapin, prima della riunione dei ministri delle Finanze del G5 europeo (con Francia, Regno Unito, Germania e Spagna). Poi sarà per due giorni a Londra dove incontrerà il Governatore della Bank of England e presidente del Financial Stability Board, Mark Carney e terrà una conferenza alla London school of Economics; il giorno dopo un bilaterale con il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne.

Sono ancora incontri, dopo la recente visita a Madrid, in vista del semestre di presidenza italiano, e con un accento sull’obiettivo di indirizzare l’Ue verso più spinta alla crescita ed un allentamento del rigore. A Londra il ministro incontrerà anche i grandi investitori, ancora una volta per presentare le opportunità offerte da “un Paese che sta cambiando”, e con sullo sfondo il piano di privatizzazioni, o dismissioni, che si appresta a entrare nel vivo. Sarà invece l’Ecofin del 5 maggio, sul fronte dei conti pubblici, il primo momento di confronto dopo il varo del Dl Irpef: il ministro ribadirà in Europa che non ci sono falle nelle coperture, e che dal prossimo anno le misure saranno strutturali. Mentre, dopo il monitoraggio che la Commissione ha varato il 5 marzo considerando eccessivi gli squilibri su debito e competitività, da Bruxelles spiegano che all’ordine del giorno dell’Eurogruppo ci sarà anche “un focus su quei Paesi che hanno squilibri eccessivi come Italia e Slovenia, e che richiedono azioni decise“. Sulla valutazione della posizione dell’Italia c’è già “ampio consenso”, ed “ora il problema è capire quali politiche mettere in atto per rimediare”.

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