L’archistar Massimiliano Fuksas un mese fa aveva denunciato il forte ritardo nello stato dei lavori de La Nuvola, il polo congressuale più grande d’Europa in costruzione a Roma. All’architetto romano era stata tolta la direzione artistica dell’opera per la quale sono stati stanziati 276 milioni di euro. 

Adesso sul cantiere è arriva il duro giudizio dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici (Avcp): molte le varianti al progetto originario, tempi e costi lievitati e anche l’ombra di un ipotetico danno all’erario. I rilievi sono stati segnalati alla Procura della Corte dei Conti e al Dipartimento del Tesoro e il documento è stato inviato al sindaco Ignazio Marino e ai vertici di Eur Spa.

Quest’ultima un mese fa aveva ribattuto ai dubbi dell’archistar. “È già stato pagato 19,5 milioni: 15 per il progetto e 4,5 per la direzione artistica. Ora collabori”, aveva detto il presidente Pierluigi Borghini. Aggiungendo che “i tempi si sono allungati a causa delle varianti introdotte da lui”. E proprio le “numerose varianti” secondo l’Authority hanno determinato “un rilevante aumento dell’importo contrattuale” e influito “sui tempi di realizzazione”. Inoltre alcune hanno comportato “opere diverse e aggiuntive” e sopperito “a carenze dello stato di fatto del progetto esecutivo”.

L’Avcp nella sua delibera ha sottolineato anche “l’eccessiva lentezza” del Campidoglio nel rilasciare le autorizzazioni e sottolineato “la sproporzione delle ingenti somme corrisposte per le spese per la progettazione delle opere complementari e la direzione artistica, complessivamente circa 20 milioni di euro”.

Fuksas si è detto contento della presa di posizione dell’Authority “si faccia finalmente chiarezza”, ha detto. “Questo progetto risale a ben 18 anni fa ed è nato senza finanziamenti”, ha sottolineato l’archistar, precisando di esserne soltanto “il progettista”, di “non aver mai chiesto alcuna variante“. Da quando è stato assegnato l’appalto inoltre, ha fatto sapere l’architetto “non è stato mai stilato un cronoprogramma, non c’è mai stato un unico atto che mettesse in mora l’impresa vincitrice. Per me di questo passo non si finisce neanche fra dieci anni”. Nel corso del progetto ha ricordato Fuksas, “sono cambiati quattro sindaci, quattro Ad e quattro presidenti della società che gestisce tutto (Eur Spa, ndr): quanto è costato tutto questo?”.

Secondo l’assessore all’urbanistica di Roma Giovanni Caudo, però “cambiare passo rispetto alla gestione contabile della realizzazione del Nuovo Centro Congressi era assolutamente necessario. Nel corso degli anni, come riscontrato dall’Autorità, gli oneri a carico di Eur spa sono stati appesantiti”. L’assessore parla anche di “obblighi che erano stati riversati sull’azienda per la realizzazione di una quantità di parcheggi superiore al necessario e che prevedevano un forte esborso di risorse economiche e una complessiva lievitazione delle cubature nell’area dell’ex velodromo. Negli ultimi cinque anni si era smarrito il senso complessivo dell’operazione urbanistico-architettonica che la Nuvola possiede – ha concluso Caudo – e oggi completare il Centro Congressi è interesse di questa amministrazione e dell’intera città”.

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