I responsabili non finiscono mai. Così, mentre Forza Italia sembra andare sempre più giù e il Nuovo Centrodestra pare avere un orizzonte potenzialmente più lungo, qualcuno aspetta il 25 maggio solo per uno scrupolo in più: dopo che si avrà la certezza che gli alfaniani sono stabilmente sopra la quota del 4%, da destra e dal centro sono pronti a saltare sulla barca degli ex Pdl. Da destra, cioè da Forza Italia: si parla di 7 senatori pronti a passare con il Nuovo Centrodestra. Tra loro ci sarebbero, secondo Repubblica, i pugliesi Francesco Amoruso e Francesco Bruni e il campano Pietro Langella, iscritto al gruppo Grandi Autonomie e Libertà. A loro si aggiungerebbe Alberto Bombassei: l’ex vicepresidente di Confindustria, eletto con Scelta Civica, si è dimesso da poco tempo da presidente del partito che fu di Mario Monti. Il segretario Stefania Giannini nei giorni scorsi ha escluso una “posizione polemica” di Bombassei, ma c’è da mettere in conto – anche in questo caso – che Scelta Civica di oggi è il lontano ricordo della lista delle Politiche del 2013. E il lavoro diplomatico del capogruppo alfaniano al Senato Maurizio Sacconi si annuncia ancora lungo: l’obiettivo è strappare dopo il 25 maggio tra i 10 e 15senatori. Al primo sguardo tutto questo rafforza la maggioranza di Matteo Renzi che – allo stato attuale – ogni tanto al Senato si fa barcollante (anche e soprattutto su legge elettorale e riforme istituzionali). 

Ma il dramma politico è soprattutto quello di Forza Italia che subisce la strategia che lo stesso partito berlusconiano ha messo in campo per anni: la campagna acquisti. Il motivo non va cercato in chissà quale cambiamento di idee. Bensì nei sondaggi. L’ultimo è uscito ieri, firmato da Poll Watch 2014: Pd al 34,1% (29 seggi), Cinque Stelle al 21,6 (18) e Forza Italia al 20,4 (17 seggi). Poi la Lega Nord e Nuovo Centrodestra che conquisterebbero il 5% delle preferenze (e 4 seggi) ciascuno. Altri sondaggi danno Forza Italia sotto al 20%. Basta questo per dare il via agli indecisi per fare il salto finale tra le braccia di Alfano e Schifani. Tanto che Libero racconta che il fatto che le liste di candidati di Forza Italia sono uscite a pezzi e bocconi, dopo correzioni e trattative, anche per strategia: la paura è quella di una fuga di massa verso l’Ncd, dopo che già un ex berlusconiano di ferro come Paolo Bonaiuti si è accasato da quelle parti. L’ultimo addio di una lunga serie potrebbe essere quello di Claudio Scajola. L’ex ministro sibila: “A questo punto è chiaro che anche io prenderò presto le mie decisioni”. E tenta un pronostico basato proprio sulle liste appena partorite: “Soprattutto al nord ovest e al nord est dove pensano di andare?”. Chiude il cerchio il caso di Sergio Berlato. Vicentino, eletto e rieletto a Bruxelles nel 1999, nel 2004 e nel 2009 prima con Alleanza Nazionale e poi con il Pdl. Perché è stato escluso? Perché è sotto inchiesta? No, in Forza Italia abbondano i candidati con problemi giudiziari. Berlato piuttosto spiega la sua esclusione con due ragioni: “Nonostante quanto assicuratomi dallo stesso Silvio Berlusconi – ha messo scritto in una nota – apprendo di essere stato estromesso dalle liste di Forza Italia per le elezioni europee per due gravi ‘colpe’. La prima è che io sono un cacciatore, e quindi una persona delle centinaia di migliaia esercitante un’attività non in linea con la svolta animalista del presidente e di Forza Italia. La seconda – sostiene -, è perché ho osato denunciare il malaffare nella gestione degli affari pubblici in Veneto, vicenda delicata e pesante in cui ci auguriamo si possa fare quanto prima piena luce grazie al lavoro degli inquirenti che stanno curando le indagini”. E così Berlato si candiderà con Fratelli d’Italia.

Sarò Silvio Berlusconi nel pomeriggio a presentare le liste per le Europee a San Lorenzo in Lucina, nella sede nazionale di Forza Italia. Si tratterà della prima uscita pubblica dopo l’assegnazione ai servizi sociali, è la prima della sua nuova agibilità politica. Ma ora serve lui per resuscitare un partito che – quasi al pari del Pdl alla fine del 2012 – rischia di farsi moribondo senza le iniezioni di adrenalina del suo uomo più forte. E ora la tentazione è di trasformare quella che dovrebbe essere una sanzione – le sue ore nel centro anziani di Cesano Boscone – in un’opportunità. Dopo la campagna animalista (molto pop e il cacciatore Berlato ha pagato con l’esclusione dalle candidature), la campagna sociale. Con i limiti dettati dal giudice di sorveglianza tutto questo potrebbe essere un ritorno “tra la gente” oltre che le tv. In più il Cavaliere – scrive il Corriere della Sera – avrebbe pronto perfino un “piano anziani”: proposte di misure da prendere per i pensionati “colpiti dal governo Renzi”. La partita è delicatissima e ovviamente a Berlusconi della rappresentanza all’Europarlamento interessa fino a un certo punto. Il vero timore è per le riforme. Votare una legge elettorale che vedesse Forza Italia terza e il centrodestra lontano dal 37% necessario per la vittoria senza ballottaggio potrebbe sembrare un gioco a vinciperdi. Così a preoccuparsi a quel punto sarebbero in due: Berlusconi il riformato e soprattutto Renzi il riformatore. 

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