La Cassazione mette fine alla battaglia legale di Roberto Cota. La Suprema Corte ha respinto il ricorso del decaduto governatore del Piemonte contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato le elezioni regionali del 2010 spingendo verso un nuovo voto. Il ricorso è stato giudicato “inammissibile” e i piemontesi potranno recarsi alla urne senza aspettare.

La decisione dei giudici è arrivata in mattinata dopo l’udienza di ieri nella quale il procuratore generale aveva chiesto la conferma delle sentenze amministrative. Secondo i magistrati il Consiglio di stato non ha “travalicato” i suoi poteri, come sostenevano gli avvocati di Cota, ma ha solo interpretato le leggi. Ieri il pg Maurizio Velardi aveva ritenuto adeguate le decisioni basate sulla condanna definitiva per le firme false dell’ex consigliere regionale dei ‘Pensionati’ Michele Giovine, in sostanziale accordo con l’avvocato Gianluigi Pellegrino, legale di Mercedes Bresso, ex presidente e sfidante di Cota. “Chissà a quale altro tribunale si appellerà ora, quelli previsti dalla giustizia italiana con oggi sono finiti”, ha commentato sarcasticamente Bresso che, insieme a Luigina Staunovo Polacco dei ‘Pensionati e invalidi’, aveva dato il via a una serie di azioni legali contro Cota e Giovine. Per il candidato presidente del Piemonte Sergio Chiamparino (Pd), la decisione è “nell’ordine delle cose”: “Me l’aspettavo”, ha affermato. Cota invece non ha ancora diffuso dichiarazioni.

La decisione del Consiglio di Stato dello scorso 17 febbraio confermava quella del Tar del Piemonte che il 10 gennaio scorso aveva annullato il voto dopo una lunga controversia giudiziaria. La sentenza dei giudici amministrativi ha dovuto tenere conto della condanna penale definitiva, arrivata a novembre, che aveva accertato la falsità delle firme a sostegno della lista di Giovine. L’annullamento dei voti per i “Pensionati per Cota” ha provocato l’invalidità dell’elezione in toto, senza ricorrere a un nuovo conteggio dei voti. Non si poteva farlo nemmeno considerando le altre liste annullate dai giudici, così come chiedeva l’ex governatore leghista secondo il quale lui avrebbe comunque vinto. “Mi auguro che Cota comunichi ai piemontesi quanto ha messo in conto alla collettività per difendersi”, ha aggiunto Bresso.

Nei giorni scorsi il leghista ha deciso di non candidarsi al Parlamento europeo alle prossime elezioni per dedicarsi al “territorio”: “Ho declinato l’offerta che mi ha fatto Matteo Salvini – ha comunicato domenica -. La candidatura alle europee non era mai stata nei miei programmi e, nonostante la richiesta di scendere in campo fatta all’unanimità dal Consiglio Nazionale della Lega piemontese, ho deciso così”. Nel frattempo ha restituito al Consiglio regionale i rimborsi ritenuti illeciti dai pm torinesi, che hanno chiesto il giudizio immediato che comincerà il 21 ottobre prossimo. Resta invece ancora da decidere come sconterà la sua condanna a due anni e otto mesi Michele Giovine: entro sabato dovrà fare istanza per l’affidamento ai servizi sociali. Nel frattempo il candidato di Forza Italia Gilberto Pichetto Fratin ha stretto un’alleanza con la lista dei “Pensionati”.

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