E’ iniziata in questi giorni la commercializzazione del Sunblack, il pomodoro nero, non Ogm, creato nei laboratori dell’Università Sant’Anna di Pisa.

Gli amanti e i coltivatori di pomodoro sanno bene che il Sunblack non è certo il primo pomodoro total black ad essere commercializzato. Si coltivano e si vendono sui banchi dei supermercati già altri con queste caratteristiche e sono il nero di Crimea, il tartufo, il black cherry, il kumato…. Queste varietà comunque devono presumibilmente la propria colorazione scura alla presenza del licopene, colorazione rossa, che unita alla clorofilla, di colore verde, dà la colorazione marrone scura, quasi nera. Ma in questo c’è qualcosa di più e di diverso. La scommessa dei ricercatori infatti è stata quella di unire le qualità del pomodoro con altri frutti dalle eccezionali proprietà antiossidanti.

Dicono i ricercatori che lo hanno creato che il SunBlack ha la particolarità di essere ricco di antociani, normalmente assenti nel pomodoro, che altro non sono che potentissimi antiossidanti che si ritrovano soprattutto in uva nera, mirtilli, fragole,ciliegie ma non in quantità significative nelle comuni varietà di pomodori. Da qui la scommessa, prima del progetto ‘Tomantho’ e poi del Sunblack, che alle caratteristiche nutrizionali del pomodoro aggiunge le capacità antiossidanti delle frutta “a buccia nera”, ma in quantità aumentata. Il Sunblack può quindi rientrare nella categoria degli alimenti “nutraceutici”, in grado di portare benefici per mantenere le persone in uno stato di buona salute e non rientra negli “Ogm”, anche perché i suoi semi sono stati ottenuti attraverso la tradizionale tecnica dell’incrocio che si fa tramite l’impollinazione dei fiori. Una tecnica di incroci tra piante molto conosciuta e attuata anche dai contadini, soprattutto con gli alberi, sulla quale hanno agito in sinergia vari laboratori di ricerca. Il progetto di ricerca “Tomantho”, coordinato dall’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna è stato portato avanti insieme alle Università della Tuscia (Viterbo), di Modena e Reggio Emilia, e di Pisa.

Come si è arrivati al pomodoro total nero è presto detto. L’alimentazione negli ultimi tempi viene passata ai raggi x tentando di capire cosa e quali alimenti diano più beneficio all’organismo umano. Se nell’alimentazione vengono aggiunte quelle molecole capaci di migliorare il metabolismo e anche di prevenire le malattie, beh, il passo è di quelli storici. I ricercatori quindi hanno lavorato su un prodotto combinando insieme le qualità del pomodoro, dell’uva nera e dei mirtilli in un unico alimento e quindi con una elevata azione antiossidante. Ora però dopo la sperimentazione al chiuso è arrivato il momento di provare a coltivare in campo. E’ questo il passaggio attuale. L’orto in questi giorni è pronto ad accogliere tra le zolle le piantine di pomodoro.

Come farsi mancare il SunBlack? Io di certo lo proverò, anche se del gusto al momento non si sa nulla. Aspettiamo i commenti dei consumatori che forse avranno qualche riserva: non sul pomodoro in insalata, ma sicuramente sugli spaghetti con la pummarola ‘ncoppa! Un po’ più scura? Che sarà mai….se si sa che fa bene!!!!

Articolo Precedente

Dal disastro Santa Giulia alla maxi bonifica Falck, vince ancora Comunione liberazione

next
Articolo Successivo

Terremoto in Emilia e trivelle: alcune riflessioni

next