Uno dei pilastri della democrazia occidentale è costituito dalla alternanza nel potere. È un principio che risale alla Repubblica romana: per timore che ritornassero i re, la prima regola fu che i consoli non potessero durare più di un anno. Si vennero poi a fissare norme costituzionali per cui nessuno poteva ricandidarsi al consolato se non fossero passati dieci anni. 

Il XXII emendamento della Costituzione americana fissa il limite massimo di due mandati per il presidente della Repubblica. All’estero dopo una decina di anni anche i più grandi leader abbandonano il potere.
Anche in Italia, per evitare pericolose e dannose affezioni al potere locale, si fissò all’indomani di Tangentopoli, il limite dei due mandati per i sindaci. Un limite analogo è stato introdotto nel 2004 per i governatori delle Regioni.

Persino nella recente riforma dell’università è stato inserito il limite di un solo mandato per i rettori, per favorire il ricambio ed evitare atteggiamenti da casta. Manca il limite più importante, quello per chi governa il Paese. Perché non si fissa anche qui il limite dei due mandati per il Premier? E magari,dopo due legislature, anche una pausa per i parlamentari. Ho allergia per ogni “ventennio”, di qualunque colore sia e chiunque lo incarni.

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