Succede all’improvviso. Magari una sera mentre stai tornando a casa. Sei andata a sentire un concerto con le amiche, uno dei rari che riesci a concederti. Dovresti essere contenta. Lo sei davvero. Poi, senza accorgetene, ti ritrovi sulla strada che segue il mare. L’hai presa per caso o, forse, la tua mente ti ci ha portato senza dirtelo. Pensi che sono anni che non ti fermi un attimo a guardare il mare. Allora parcheggi. E appena ti ritrovi in silenzio, con quel grande vuoto scuro davanti, ti prende un dolore immenso. Non sai neanche perché, non c’è nulla all’orizzonte, quello del mare e il tuo, interno, ma senti un male fisico. Ti viene da toccarti il torace, la testa come a cercarne la radice. Poi capisci: è il tempo. Te n’eri quasi dimenticata, presa come sei dai mille impegni, dai figli da portare avanti e indietro, dal lavoro. Ma il tempo passava, lavorava.

E d’un tratto ti chiedi: ma dove sono finita? Dove sto andando? É questo il posto che sognavo di raggiungere? No, è un posto diverso. Forse peggiore, magari migliore, ma tanto diverso.

Soprattutto ti accorgi che sei ancora lontana da una risposta. Dalla soluzione. Da ragazza pensavi che i giorni, gli anni, alla fine ti avrebbero portato un senso. Stasera ti accorgi che non è così. É questa forse l’età adulta: la scoperta che non ci sono scoperte da fare. Che se una via esiste, la devi trovare dentro di te. Da sola. E la tua vita davvero somiglia a quel mare dove da ragazza immaginavi viaggi, avventure. Adesso ci scorgi un’oscurità dove piano piano perderai le persone che ti sono accanto. Guardi le luci della città, stanno tutti dormendo, ti immagini i genitori, la famiglia, gli amici.

Mio marito dice che gli uomini sono per natura più portati a filosofeggiare, a cercare una sistemazione dell’universo. Che noi donne siamo più coraggiose, abbiamo meno paura. Che riusciamo a non distinguere il tempo nostro da quello del mondo. Chissà… stanotte è dura. Perché lo smarrimento arriva all’improvviso, non ti avverte. Come in quel racconto di Clarice Lispector, Amore, poi resti come tramortita.

Quando torni a casa vorresti svegliare tutti. Avvertire i bambini. Metterli in guardia. Ma non puoi. Arriverà anche per loro il momento. Ma lo scopriranno da soli. Dai, prepara la merenda che domani c’è la scuola.

Articolo Precedente

Il Fatto del Lunedì – C’era un ragazzo di nome Ayrton

next
Articolo Successivo

I falsi sogni: le new economy immaginarie e il dolore delle popolazioni

next