Mentre, giovedì 10 aprile, 12.000 studenti si sono cimentati con i quesiti per aggiudicarsi un posto ad Architettura, una spada di Damocle pende sul test d’ingresso a Medicina svoltosi martedì scorso.Un plico, di quelli contenenti le domande, potrebbe essere stato manomesso. La Digos sta indagando e non è escluso il rischio annullamento in tutta Italia. Il Ministero dell’Istruzione fa sapere che sta compiendo tutti gli approfondimenti del caso: “In particolare”, scrive in una nota, “si stanno vagliando i pacchi e i compiti provenienti dall’ateneo di Bari che sono stati trasferiti a Bologna per le correzioni dei test. Il Miur sta inoltre analizzando con la massima attenzione i verbali prodotti dalle commissioni d’esame. Nel frattempo la correzione dei quiz che si sono svolti l’8 aprile va avanti”.

Già qualche giorno prima (martedì 10 aprile) c’era stato un po’ di scompiglio a Bari in occasione del test di Medicina per l’arrivo in ateneo di un plico in meno rispetto a quelli previsti, ma l’allarme era poi rientrato e la prova, con l’autorizzazione di viale Trastevere, si era svolta senza altri intoppi. Le associazioni studentesche Udu e Rete hanno denunciato “gravissime irregolarità”, in particolare nel capoluogo pugliese (“un plico, non solo è stato aperto prima che gli studenti entrassero, ma addirittura al suo interno sono state ritrovate solo 49 buste a fronte delle 50 che dovevano essere presenti dentro ogni plico”) annunciando un esposto alla Procura e chiedendo il sequestro penale di tutti i compiti inoltrati al Cineca per la correzione e tutta la documentazione in originale presente ancora presso l’Ateneo.

Ora la Digos ha avviato un’inchiesta su richiesta della commissione esaminatrice e il rettore ha sollecitato una relazione al ministero su quanto accaduto. Si ipotizza il reato di furto finalizzato alla truffa per permettere a qualcuno di superare il test d’ingresso a Medicina e Odontoiatria. Nel plico contenente i test i commissari hanno trovato 49 buste anziché 50. Il plico, ha accertato la Digos, era sigillato in modo diverso dagli altri: la parte inferiore era chiusa con nastro adesivo, si è aperto facilmente, la fascetta in plastica era allentata.

La polizia ha finora ascoltato i componenti la commissione d’esame e tutte le persone nelle cui mani, a Bari, è passato il plico. Tra le testimonianze messe a verbale anche quella del conducente del furgoncino che da Bologna ha portato le buste nel capoluogo pugliese. Il furgoncino, regolarmente chiuso a chiave, è stato parcheggiato per alcuni giorni, in attesa della data dei test, in una caserma dei carabinieri. E c’è un verbale, già acquisito dagli investigatori, che lo prova. L’ipotesi della polizia è che il plico sia stato verosimilmente manomesso prima dell’arrivo a Bari: quindi o a Roma o in un centro di smistamento. Un’informativa contenente i primi risultati delle indagini sarà depositata domani dalla Digos alla procura di Bari.

Intanto, Udu e Rete sostengono con forza una foto-petizione “#stopaltest io ci metto la faccia” sui social network per chiedere la sospensione dei test e il Codacons ha rivolto un appello al ministro Giannini affinché si mandi in pensione il sistema di selezione italiano “che fa acqua da tutte le parti” e si adotti, invece, il modello francese: la selezione si fa a corso avviato, le matricole devono finire il primo anno avendo sostenuto tutti gli esami. In questo modo – spiega l’associazione di consumatori – la selezione “avviene sulla base di reali meriti e non sulla base di una prova spesso irregolare e priva di ogni senso logico“. 

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