Sarà che il gusto esotico è sempre più ricercato dai palati più esigenti. Sarà che la birra è uscita dallo stereotipo dell’indistinto mezzo per una bella serata al pub e finalmente anche in Italia si fanno spazio i cultori della bevanda ambrata, che mostra tipologie, varietà e disciplinari di produzione severi come il vino. Insomma, sarà per questi e anche per altri motivi che è nata Indica, la prima birra al sapore di fico d’india. Descritta come una “Bionda in stile Belgian Specialty Ale” (così si legge sul sito ufficiale) e prodotta in provincia di Messina dalla casa siciliana Birra Irias, questa bevanda artigianale unisce il sapore amaro del luppolo inglese e la dolcezza dei malti al gusto del fico d’india. 

Il fico, pianta originaria del Messico ma ormai patrimonio botanico dell’intero bacino del Mediterraneo, offre diversi benefici. Ricco da un punto di vista nutrizionale, secondo studi recenti dell’Università di Palermo e dell’Università di Gerusalemme le sostanze antiossidanti naturalmente presenti nel fico d’India (la indicaxantina e la betanina) sono immediatamente disponibili per il nostro organismo, contrastando i processi ossidativi e favorendo un’azione anti-radicalica. Inoltre questo frutto ha anche capacità diuretiche e citoprotettrici secondo ricerche effettuate dall’Università di Messina.

Ad avere l’idea di questa nuova birra – uno dei prodotti che ha rappresentato la Sicilia all’ultima fiera del Vinitaly a Verona – i produttori della Birra Irias: i fratelli Franco e Salvatore Blandi, Massimo Costanzo e Matteo Olivo. Il perché è semplice: cavalcare il filone delle birre artigianali locali che sta riscuotendo successo e proseliti. Basti pensare all’apprezzata iniziativa della birra al rosmarino, inventata in Lazio per accompagnare appositamente il gusto della porchetta d’Ariccia. La birra al fico d’india, che conserva un aroma floreale, è abbastanza alcolica con i suoi 7 gradi, ed è consigliata come birra da meditazione, oppure utile per accompagnare formaggi, frutta e dolci secchi.

La bionda si presenta come limpida e brillante, probabilmente a causa della pectina naturalmente contenuta nel fico d’india. Le proprietà nutrizionali ed organolettiche della birra Irias sono preservate dalla pressione a freddo, il particolare metodo di estrazione del succo dal frutto. Ci sono due fermentazioni per realizzare questa bionda: la prima accade con la fusione tra gli zuccheri del fico e quelli generati dai malti. La seconda fermentazione, che avviene in bottiglia, completa la maturazione del prodotto. Secondo uno dei produttori, l’idea della birra Irias nasce anche dall’istinto di trovare una strada alternativa. Ovvero un gusto che potesse accompagnare due dolci della tradizione siciliana: mandorle e frutti secchi. Intanto Luigi Schigi D’Amelio, mastro birraio dell’anno, ha citato la birra Irias tra le prime dieci novità italiane meritevoli di essere gustate. Ai postumi l’ardua sentenza.

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