Alessandro Profumo non ci sta. E a chi ha imputato alla sua eredità le ultime pulizie nei conti di Unicredit che hanno visto l’istituto milanese chiudere il 2013 con un rosso di 14 miliardi di euro, manda a dire fuori dai denti: “Lo chieda a loro. Io non ho lasciato assolutamente nulla”. Anzi, l’ex amministratore delegato di Unicredit e oggi presidente del Monte dei Paschi di Siena, rivendica il merito di aver trasformato la banca milanese in un gruppo europeo. “Ho lasciato una cosa importante: ho lasciato una banca che quando sono arrivato io aveva il 3% del mercato italiano e oggi ha il 3,5% del mercato europeo”. Poi la stoccata a chi l’ha seguito: “Dopo che sono andato via, la banca mi sembra che abbia fatto un aumento di capitale. E quando si fa un aumento di capitale si dice qual è la situazione della banca. Quindi non credo che possa essere qualcosa che viene addossato a me”. Quanto al presente, il banchiere ritiene “fondamentale” far ripartire il mercato delle cartolarizzazioni. “Non sono lo sterco del diavolo”, avrebbe detto durante il suo intervento al Workshop Ambrosetti secondo uno dei partecipanti. Poi l’ha confermato di persona. Con una precisazione: “Che siano trasparenti”. Giusto per evitare di rievocare i fantasmi della crisi, che ha preso le mosse proprio dai prodotti finanziari strutturati creati sapientemente dai banchieri con ingredienti sconosciuti all’investitore finale. E non sia mai che a qualcuno vengano cattivi pensieri di Franz Baraggino e Gaia Scacciavillani

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