foto © Toni Anzenberger

Anche in fotografia, come in generale nella vita, la semplicità è il massimo punto d’arrivo della complessità.
Un cane questo forse non lo sa, ma lo sente, lo fiuta. Cosa avrà dunque “fiutato” il cucciolo Pecorino quando ha visto per la prima volta Toni, affermato fotografo austriaco?

foto © Toni Anzenberger

Ricapitoliamo: Toni Anzenberger è un fotografo di Vienna, gira il mondo e realizza servizi per molte riviste internazionali, soprattutto geografiche e di viaggi. Nel 1998 si trova in Italia, nel Polesine, quando gli viene chiesto caldamente di adottare il più piccolo e gracile della cucciolata di mamma Lady, per il quale non si riesce a trovare un padrone.
Detto fatto, il traballante Pecorino – così è stato “battezzato” – ha trovato un papà, ma un papà fotografo. Che questo non è un dettaglio da poco, Pecorino avrà tutto il tempo per capirlo. E anche noi.

Raggiunti i sei mesi d’età, Pecorino accompagna casualmente Toni durante un viaggio fotografico ancora in Italia, Toscana.
E ancora più casualmente s’intrufola nell’inquadratura di uno scatto.
È il cortocircuito che ti cambia la vita. Toni ha una folgorazione: Pecorino, in quella foto, non è un elemento di disturbo o un intruso, ma viceversa aggiunge vita, originalità e interesse alla foto e anche al luogo in essa rappresentato.

foto © Toni Anzenberger

Bene, inutile farla lunga: da quel giorno Pecorino ha accompagnato, docile modello, Toni in tutti i suoi viaggi di fotografo, e in tutti i quattro angoli del pianeta ha posato per la modica cifra di… una carezza.
Racconta Toni Anzenberger che Pecorino, senza alcuna indicazione, stava fermo in posa fino a quando non si rendeva conto che gli scatti erano finiti. Altro che bizze e capricci alla Naomi Campbell: col caldo e col freddo, passando senza un plissé da un vulcano attivo a un ghiacciaio, utilizzando qualsiasi mezzo di trasporto, il modello a quattro zampe diventava ogni giorno più “professionale”. E ogni giorno il già molto professionale Toni diventava sempre di più il fotografo esclusivo di Pecorino.

foto © Toni Anzenberger

Nata come grande gioco e atto d’amore, con la forza che solo i grandi giochi e gli atti d’amore possono avere, un po’ alla volta la strana coppia fotografica viene notata e… pubblicata.
Insomma, nel giro qualche anno sono usciti una quantità di libri che hanno Pecorino viaggiatore come unico protagonista; su di lui hanno pubblicato servizi decine di riviste in tutto il mondo (Amica, Bild Zeitung, El Pais, VSD, The Independent, Geo, National Geographic, solo per citarne alcune), altrettante TV hanno trasmesso la sua storia, per non parlare di mostre, calendari, premi.
Un enorme successo trascinato dalla simpatia e dall’originalità.

foto © Toni Anzenberger

Ma poi c’è l’aspetto specificamente fotografico, visto che di questo ci occupiamo nel blog.
E credo che l’operazione sia sapiente anche vista così. Toni Anzenberger è un fotografo “di razza” (contrariamente a Pecorino, senza nulla togliergli…) e si vede. Ma fosse solo per una composizione efficace, per la forza attrattiva di un’anomalia che scodinzola e per il luogo sempre interessante, avremmo al massimo un’ottima foto. Ma un’ottima foto, ancorché ottima, è “solo” un’ottima foto. Così come due ottime foto sono due ottime foto.
È quando diventano – per dire – cinquanta, che le ottime foto possono decollare (e dico possono, che mica è automatico) verso un ottimo racconto, ben altra cosa.

foto © Toni Anzenberger

La forza del lavoro di Toni e Pecorino sta nella costanza e sulla distanza. Messe in fila, queste foto sono la storia personale di un uomo e del suo fedele amico, eroi di un’avventura moderna.
La faccenda prende una connotazione quasi epica, e in questo nostro immaginario, probabilmente, va a far breccia l’inesausto viaggio che dietro colori e armonie sottintende anche fatiche, chilometri, disagi, imprevisti.
Ci appare come una storia d’altri tempi calata nella contemporaneità, che della contemporaneità utilizza i canali e le risorse (non manca nemmeno la fanpage dedicata a Pecorino su Facebook).

Pecorino, il cane più fotografico che ci sia, dopo un’onorata carriera da modello e tante carezze, nel 2012 ha lasciato questo mondo non prima, però, di averlo girato in lungo e in largo. 

foto © Toni Anzenberger

Twitter: @ilfototipo

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