Nell’isola degli alambicchi e dei laboratori politici, può accadere anche che le primarie per stilare la lista di candidati a Bruxelles diventino una caotica guerra intestina tutta interna al Movimento. Il casus belli era già scoppiato alla vigilia del primo turno, quando il deputato Riccardo Nuti, nominato garante del voto siciliano da Beppe Grillo, si era lasciato andare ad un pubblico endorsement su Facebook, pratica diffusa in qualsiasi partito, ma vietatissima tra i Cinque Stelle. Nei meet up di ogni città c’era stata una rivolta pubblica. “Si era detto no a cordate ed in Sicilia occidentale è successo, spudoratamente, alla luce del sole grazie a portavoce Regionali e Nazionali” scrive sul suo blog Massimo Castiglione, candidato catanese alle europarlamentarie che non ha superato il primo turno nelle consultazioni on-line. La bufera però era soltanto agli inizi. Perché Nuti, nel suo post, diceva di aver votato gli attivisti Paola Sobbrio e Antonio Zanotto: la prima eletta al primo turno, il secondo finito nella lista definitiva grazie ai 1146 voti raccolti nelle ultime ore.

“In questi giorni – continua Castiglione – Riccardo Nuti, Giulia Di Vita, Claudia La Rocca, Giorgio Ciaccio, movimentisti esemplari, hanno dato delle indicazioni di voto. Risultato? 6 nomi su 8 di quelli indicati sono saltati fuori. Sono dei Nostradamus?” Una leggerezza che il Movimento siciliano non ha perdonato all’ex capogruppo alla Camera: le ceneri dello scontro tutto interno al meet up palermitano, che aveva portato all’espulsione del senatore Francesco Campanella, sono ancora calde. E per giudicare il comportamento di Nuti è stata chiesta un’assemblea congiunta di parlamentari e senatori. “Sul territorio – spiega l’attivista catanese – stanno facendo delle proposte e in qualsiasi direzione ci si muova sembra che si calpesti una merda. La cosa che mi da più fastidio è che lo hanno fatto consapevolmente! Quindi hanno di fatto creato una cordata”.

Le polemiche però non sono finite. Perché la lista definitiva dei candidati al Parlamento Europeo ha suscitato non poche perplessità tra gli attivisti della prima ora. Oltre ai sardi Giulia Moi e Nicola Marini, i vincitori del secondo turno nella lista per la circoscrizione isole sono Antonio Cinà di Bivona, Antonella di Prima di Sciacca, Maria Sajia e lo stesso Zanotto di Messina, più Simona Suriano di San Giovanni La Punta. A parte la Sobbrio (che è di Marsala e che nel 2012 era stata designata assessore dal candidato sindaco Annamaria Angileri, renziana di ferro e attuale componente della direzione nazionale del Pd), la Sicilia occidentale ha scarsa rappresentatività territoriale: in più nessun candidato proviene dalla provincia di Caltanissetta (roccaforte di Giancarlo Cancelleri) e Ragusa, unica città amministrata dai Cinque Stelle sull’isola.

Al contrario Messina ha espresso due candidati, tra cui Maria Sajia, che da candidato sindaco raccolse appena il 3 per cento meno di un anno fa. “Il problema non è soltanto la rappresentatività territoriale ma anche la forze elettorale dei singoli candidati: sono elezioni Europee, con le preferenze, senza listini bloccati. Se avessimo individuato i candidati nelle riunioni dei meet up come si è fatto alle elezioni regionali, le liste sarebbero molto diverse. Siamo sicuri che questo metodo di selezione sia il più corretto?” raccontano alcuni attivisti al fattoquotidiano.it. Il timore dunque è che il meccanismo del voto on line abbia alla fine creato delle liste deboli. Oltre che non condivise dalla base dei meet up, capaci in un solo anno di far diventare la Sicilia roccaforte dei Cinque Stelle.

@pipitone

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