Citigroup è sotto indagine penale negli Usa per una presunta frode da 400 milioni di dollari scoperta nella sua divisione messicana Banamex. Uno dei dipendenti, scrive il New York Times, avrebbe falsificato alcuni documenti per aiutare una società petrolifera a ottenere un finanziamento che non sarebbe stata in grado di ripagare. Nuova grana, dunque, per il colosso finanziario, proprio nella fase in cui l’amministratore delegato Michael Corbat sta cercando di recuperare i rapporti con il governo di Washington che nel 2008 ha salvato l’istituto con una massiccia iniezione di denaro pubblico. Citigroup, inizialmente, sembrava essere la prima vittima della frode, ma l’Fbi e le autorità americane stanno ora indagando per accertare se abbia invece specifiche responsabilità, cioè se abbia fatto tutti i controlli del caso per evitarla. Insomma, si parla di una sola mela marcia nella finale di Mexico City o il caso riflette un problema più ampio? La domanda è d’obbligo, ora che prestiti facili e titoli spazzatura stanno tornando a inondare il mercato a livelli pari o superiori a quelli pre crisi. 

A questa indagine delle autorità federali si aggiunge poi un’altra inchiesta di quelle del Massachusetts, che stanno valutando se la banca abbia adottato misure adeguate contro il riciclaggio di denaro da parte dei suoi clienti. Due notizie che appesantiscono il titolo Citigroup in Borsa.

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