Quella che segue è una sintesi del contratto tra il Comune di Modena ed una società privata per la costruzione di un parcheggio interrato di 1.700 posti (il doppio di quello di Bologna) per un importo stimato di circa 35 milioni di euro, su area di proprietà pubblica.

La convenzione tra società e comune ha una durata di 41 anni (erano 39). La società:

1) può vendere o affittare una percentuale dei posti nel parcheggio interrato;

2) riscuote interamente i soldi del pedaggio dei posti del parcheggio interrato;

3) riscuote interamente i pedaggi dei posti sosta collocati, su area pubblica, nel centro storico e negli immediati dintorni;

4) incassa il 10% delle multe per divieto di sosta nelle aree predette.

5) riscuote un ticket annuale di 50 euro medi per ogni veicolo di proprietà dei residenti in centro storico;

La convenzione:

a) non consente al Comune di abbassare le tariffe della sosta; infatti la società per ripianare gli scarsi incassi del parcheggio interrato, ha dovuto aumentare dopo pochi mesi le tariffe dei parcheggi a raso;

b) obbligava la società a pagare una cifra di 200.000 euro al Comune, somma che ora è stata ridotta a 130.000 euro.

Non crediamo che ci siano parole sufficienti per poter commentare, ma proviamo a fare qualche semplice considerazione.

Se una società costruisce, che dire, un’autostrada, un ponte, una galleria e lo fa con una convenzione con un ente pubblico che non ha la liquidità necessaria, è del tutto giustificato che riscuota i relativi pedaggi per un tempo congruo a ripagare, con il necessario margine di guadagno, l’investimento. Ma qui, a Modena, si è esagerato!

Per ripianare l’investimento, si deve pagare la sosta in un’ampia parte della città; non solo, anche una parte delle multe comminate in tale area viene incassata dalla società; così pure la “tassa” dei proprietari di auto che risiedono in centro.

Sarebbe come dire che la società Autobrennero, oltre a riscuotere i propri pedaggi, li riscuotesse anche sulle strade provinciali che le sono vicine! O che chi costruisce una galleria, prendesse un pedaggio anche da coloro che scavalcano la montagna a piedi sui sentieri. Cose mai viste!

Ma vediamo un po’ cosa sarebbe successo se il Comune avesse lasciato il parcheggio gratuito ai circa 1.000 posti al Novi Sad: i cittadini sarebbero stati contenti ed altrettanto i commercianti del centro storico, dove di giorno in giorno si vedono nuove chiusure.

Ipotizziamo poi che il Comune avesse messo a pagamento (solo 50 cent/ora) 5.000 posti nelle zone limitrofe e che ogni stallo fosse stato utilizzato mediamente anche solo 6 ore al giorno; avrebbe incassato circa 15.000 euro al giorno; proviamo a moltiplicare per 300 giorni; arriviamo a 4.500.000 euro; una bella cifra; moltiplichiamo per 41 anni; arriviamo alla cifra astronomica, di circa 180.000.000 euro.  

Chissà quanti servizi avrebbe potuto finanziare il Comune con quei soldi!

Qui il problema non è tra chi vuole asfalto e cemento e chi vuole la decrescita felice, ma tra chi persegue l’interesse pubblico e chi rischia di portarci verso la recessione infelice. E il problema non è nemmeno tra chi vuole parcheggiare gratis sulla pubblica via e chi ritiene giusto il pagamento, ma più semplicemente tra chi vuole che i soldi vadano in mano privata e chi vuole che vadano in mano pubblica.

Quindi, dall’attuale scelta non hanno tratto vantaggio né i cittadini, né i commercianti, né il Comune.

Non solo, ma in questo si è creata una disparità di trattamento tra chi va a fare la spesa in centro dovendo pagare la sosta e chi va nei centri commerciali dove non esistono le limitazioni al traffico, ma sicuramente esisto concentrazioni di PM10 che nessuno misura.

E poi ci si lamenta che il centro muore?

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