Assume sempre più i contorni dell’assurdo la vicenda della morte di Sylvster Agyemang, lo studente di origine ghanese di 14 anni, morto il 13 gennaio 2014 a seguito di una caduta mentre scendeva dal bus a Reggio Emilia. Poche settimane dopo la tragedia infatti si scoprì che il tribunale di Reggio, proprio nelle ore in cui il ragazzino moriva, aveva condannato per sciopero non autorizzato sette autisti che avevano protestato contro la poca sicurezza delle portiere delle corriere. Ora, a quasi tre mesi dall’incidente di quella mattina, una rivelazione sconcertante arriva dai legali dell’autista accusato di omicidio colposo. La polizia municipale, incaricata delle indagini dal sostituto procuratore Stefania Pigozzi, ha individuato il bus sbagliato e conseguentemente ha iscritto al registro degli indagati anche l’autista sbagliato.

Gli avvocati Alessandro Nizzoli e Federica Bassissi, hanno così chiesto e ottenuto la sospensione dell’incidente probatorio per il loro assistito, che ora, già dai primi di maggio, potrebbe essere scagionato. Di fronte al loro cliente che continuava a dire di non essersi accorto di nulla quella mattina, i legali hanno cominciato a ricostruire i fatti. “Mentre iniziava la perizia per l’incidente probatorio – ha spiegato a ilfattoquotidiano.it l’avvocato Nizzoli – e tutti si chiedevano che cosa non avesse funzionato o quale errore avesse compiuto il mio assistito, noi ci siamo chiesti se il bus fosse con certezza quello già messo sotto sequestro”.

La mattina del 14 gennaio Sylvester aspetta che si apra la portiera posteriore del grande bus snodato della Linea 2. Come ogni giorno è giunto alla sua fermata di Porta Santa Croce. Un altro giovane passeggero, vedendo che il comando automatico non funziona, apre la porta manualmente. Lo fa con la maniglia rossa di sicurezza, che pare non abbia neppure i sigilli. Si apre solo un’anta, ma i ragazzi cominciano a scendere comunque, uno dietro l’altro. Sylvester è l’ultimo. Balza giù quando però il bus è già leggermente in movimento. Il suo zainetto, che rimarrà sul bus, si incastra tra il corrimano centrale della discesa e l’anta che è rimasta chiusa. Così il ragazzo si sbilancia e, cadendo, batte la testa e muore. Sul bus maledetto che continua ad andare, nessuno si accorge di niente. Né il conducente, né i passeggeri.

A questo punto inizia lo scambio di autobus e di persona. A inchiodare l’autista “sbagliato” della Linea 2, c’è la testimonianza del conducente di un altro autobus, la Linea 4, fermatosi per fare scendere i suoi viaggiatori, proprio dietro quello da cui era sceso Sylvester. Quando il bus davanti riparte infatti l’autista-testimone vede il trambusto alla fermata. Si tratta della gente intorno a Sylvester che gli presta i primi soccorsi. Tuttavia il conducente non avendo forse capito la gravità dell’incidente, non si ferma (e per questo ora è indagato per omissione di soccorso). Qualche fermata più avanti incrocia il suo collega, il cliente dell’avvocato Nizzoli, alla guida del suo bus della Linea 2. “Hai visto che è successo?”, chiede l’autista-testimone credendo di avere davanti lo stesso autobus che lo precedeva poco prima. “No”, risponde l’altro, anch’egli ignaro di tutto. Non sa che una bufera si sta per abbattere proprio su di lui. Poco dopo il suo rientro in deposito, vede arrivare i vigili urbani a sirene spiegate: lo snodato viene sequestrato e per il dipendente della Seta, l’azienda di trasporti reggiana, iniziano due mesi di inferno.

Gli avvocati però non si perdono d’animo. La prima cosa che incredibilmente nessuno aveva mai notato è che a quell’ora del mattino, i mezzi della Linea 2 che arrivano a Porta Santa Croce, luogo dell’incidente, sono due: alle 7:01 e alle 7:11. Poi i legali incrociano i verbali. Molti testimoni sul bus da cui il ragazzo era sceso, avevano detto che l’autobus preso da Sylvester era quello che parte da Rubiera alle ore 7:11, mentre il mezzo guidato dall’autista indagato ingiustamente era partito alle 7:01. Non solo: la fermata in cui, poco dopo la tragedia, l’autista-testimone incrocia il collega della Linea 2, non si trova sul percorso dell’autobus da cui era sceso Sylvester. Di questo i compagni di viaggio del ragazzo sono certi. Il tragitto dei due bus mattutini della Linea 2 infatti, dopo la fermata Porta Santa Croce, si divide.

“Ora sul nostro assistito attendiamo la decisione del giudice a maggio”, spiega l’avvocato Nizzoli. “Non è ancora finita. Fa impressione tuttavia pensare che per quasi tre mesi il bus che ha ucciso il ragazzino abbia girato per la città”. Ma ormai sembra certo che le indagini ora si indirizzeranno su un altro autista, quello che partì da Rubiera alle 7:11 con a bordo il giovane. Secondo le testimonianze tuttavia, anche questo conducente potrebbe non essersi accorto di nulla, visto che tutti i testimoni sul mezzo dicono che della tragedia di Sylvester hanno saputo solo dopo. Certo, un dubbio atroce rimane: su questi bestioni snodati ci sono delle telecamere che, anche se non registrano, aiutano il conducente a capire se tutti i passeggeri in discesa sono effettivamente usciti.

Intanto dal Comune di Reggio, arrivano le scuse imbarazzate: “Alla famiglia vadano le scuse per questo grave errore e voglio assicurare loro che proseguiremo nell’impegno volto a garantire più elevati standard di sicurezza nel trasporto pubblico, affinché Sylvester non sia morto invano”, ha scritto in una nota il sindaco vicario di Reggio Emilia, Ugo Ferrari.

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