A Napoli, nel quartiere di Chiaiano, il commissario straordinario per le discariche nominato dalla Regione, Raffaele Ruberto, ha individuato una cava per realizzare un nuovo invaso. Siamo a poche centinaia di metri dall’enorme discarica voluta in piena emergenza rifiuti da Berlusconi e Bertolaso e che, secondo l’antimafia partenopea, è stata realizzata e gestita fino al 2011 dalla camorra. Nell’invaso dovrebbe finire la frazione umida biostabilizzata, ma gli impianti campani non producono questa tipologia di rifiuti. Ilfattoquotidiano.it, inoltre, ha scoperto che nell’area, nel 2008, le analisi dell’Agenzia Regionale per la protezione ambientale campana evidenziarono la presenza di alcuni elementi, come fluoruri, arsenico, idrocarburi nella falda acquifera molto oltre il limite consentito. “Chiedemmo all’Arpac di inviarci le analisi fatte per quella discarica ed emersero alti valori di inquinanti, un vero e proprio pericolo per le falde acquifere”, racconta Antonio Amato, consigliere regionale del Pd e presidente della commissione speciale Ecomafie e Bonifiche. “Non sono a conoscenza di questi risultati, quelle analisi non le ho ricevute – spiega Raffaele Ruberto – Quanto alle analisi preliminari, non ne abbiamo fatte, le cave sono state scelte sulla base di una valutazione unicamente documentale”. Quel che è certo è che i cittadini dell’area sono già sul piede di guerra: “Il nostro no è ancora più forte di quello per la prima discarica – dichiara Egidio Giordano, attivista della Rete Commons – perché se allora qualcuno non sapeva cosa significava avere una discarica sul territorio, ora lo sanno tutti. A Chiaiano, quindi, è difficile che torneranno, e questo è un avvertimento a tutti quelli che pensano che la democrazia in questo Paese vada capovolta e che i cittadini non vadano ascoltati”  di Andrea Postiglione e Nello Trocchia

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