Reggio Emilia chiede aiuto a Parma per lo smaltimento rifiuti e tra i due capoluoghi scoppia la polemica. Nei giorni scorsi la città emiliana, unica in Regione ad avere spento l’inceneritore due anni fa, ha fatto richiesta alla Provincia di Parma di poter utilizzare gli impianti ducali per il pretrattamento di 450mila tonnellate di rifiuti nei prossimi tre anni. La notizia è stata diffusa dall’assessore provinciale all’Ambiente Giancarlo Castellani. A pochi giorni dall’inaugurazione dell’inceneritore di Ugozzolo, a cui non parteciperanno il sindaco Federico Pizzarotti e la sua giunta, l’assessore ha voluto ribadire la bontà delle scelte della sua amministrazione sull’impianto, ma per farlo ha additato come cattivo esempio i “cugini” reggiani.

“La Provincia di Reggio è sostanzialmente in emergenza – ha spiegato Castellani – due anni fa ha fatto la scelta di spegnere l’inceneritore confidando di far leva sulle proprie discariche e con un impianto di trattamento meccanico-biologico ancora da realizzare. Reggio Emilia è sprovvista di impianti di pretrattamento mentre a Parma ne abbiamo due”.

La richiesta da parte di Reggio Emilia di portare i rifiuti a Parma per il pretrattamento, per poi riportarli nelle discariche reggiane, in realtà è dettata da una circolare del ministero all’Ambiente dell’agosto 2013, che prescrive il pretrattamento dell’indifferenziata destinata alle discariche. Un’operazione che Reggio Emilia non può espletare in loco, perché dopo lo spegnimento del forno è in attesa della realizzazione dell’impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti che sarà pronto nel 2016. “Parlare di rifiuti è facile – ha continuato Castellani – la gestione è più complicata, esige una responsabilità grande. In questi anni abbiamo assistito a proclami di tutti i tipi e noi non siamo mai scesi sul terreno della polemica, ma abbiamo sempre agito per mettere il territorio in sicurezza”.

Un attacco indiretto all’amministrazione Pizzarotti e alle associazioni ambientaliste che in questi anni si sono battuti contro il forno di Ugozzolo, che però ha trascinato nella polemica anche le politiche sui rifiuti di Reggio Emilia. L’assessore provinciale reggiano all’Ambiente Mirko Tutino però non ci sta: “Non siamo affatto in emergenza. Abbiamo deciso di spegnere l’inceneritore perché credevamo che otto fossero troppi per l’Emilia Romagna, e il piano regionale dei rifiuti ci dà ragione, visto che non ne sono previsti altri in costruzione – ha chiarito l’assessore – La nostra scelta si sostiene e visto che il piano regionale prevede di spegnere altri due inceneritori, è stata confermata. Anche quello di Parma poteva non essere acceso”. Tutino ha spiegato che, dopo l’inceneritore, Reggio sta seguendo un percorso verso la chiusura delle discariche con l’aumento della differenziata, mentre dal 2016 l’immondizia sarà smaltita nell’impianto Tmb. “La domanda alla Provincia è stata fatta solo in via preventiva, in attesa di avere chiarimenti da Roma sulle tempistiche in cui le amministrazioni dovranno rispettare i parametri imposti sul pretrattamento dei rifiuti” ha continuato l’assessore. Una semplice richiesta data dalla vicinanza, visto che i rifiuti dovrebbero viaggiare su strada, anche a fronte del fatto che, prima di Ugozzolo, per 15 anni i rifiuti del parmense sono stati accolti nelle discariche reggiane.

L’invettiva da Parma non va giù all’amministratore, che durante la campagna elettorale poi vinta da Pizzarotti era perfino venuto a sostenere la candidatura del presidente Vincenzo Bernazzoli spiegando ai parmigiani il modello Reggio sui rifiuti. Il dito è puntato proprio su Castellani e l’amministrazione provinciale di Parma, oltre che sulla Regione, rea di non avere mai fatto scelte precise in tema di rifiuti, e di avere cambiato posizione sul piano regionale, coinvolgendo anche Parma, che ora rischia di bruciare immondizia anche di altre province: “Penso che le affermazioni dell’assessore Castellani su Reggio siano state fatte in realtà per mascherare l’imbarazzo sul mutato orientamento della Regione, che in un primo tempo aveva detto che ogni provincia avrebbe bruciato i propri rifiuti – ha concluso – Ma ad avere portato Parma in questa situazione è stata proprio l’assenza di programmazione regionale sul tema. Reggio Emilia non ha nessuna colpa”.

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