La Toscana è infestata dalla criminalità organizzata. Secondo la commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale sono 35 le organizzazioni che operano nella regione, che sono state censite grazie alle inchieste giudiziarie. Il dato affiora dall’indagine conoscitiva “Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata in Toscana”, la prima mappatura ufficiale della Regione Toscana.

“Le mafie – si legge nella relazione – non puntano, per il momento, al controllo del territorio”, sono più interessate agli affari, e quindi “a servirsi di mezzi non violenti”. Insomma, i mafiosi, come in altre regioni del Centro e del Nord, “non si presentano con la coppola e la lupara” ma riescono comunque a infiltrarsi nell’economia legale. La commissione presieduta da Marco Manneschi, dell’Italia dei valori e Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, sottolinea che la finalità principale delle organizzazione, al momento, rimane quella del riciclaggio del denaro sporco. “Siamo fra le Regioni dove si ricicla maggiormente” denuncia la commissione. Ma nonostante questo, “il fenomeno” continua a essere pericolosamente “sottovalutato”.

La relazione si addentra poi nel dettaglio e immortala la ragnatela di organizzazioni presenti. “La mafia siciliana in Toscana in questo momento è minoritaria”. La presenza più ingombrante rimane invece quella della “‘ndrangheta e della camorra”. Un capitolo a parte è dedicato alle organizzazioni criminali straniere, “la Toscana vede la presenza rilevante di quelle albanese, romena, dell’ex Urss e cinese”.

A presentare la relazione in Consiglio regionale, oltre a Manneschi, era presente anche il presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, e i consiglieri toscani Stefania Fuscagni (Forza Italia e portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale), Alessandro Antichi (FI) e Marco Spinelli (Pd).

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