Degli oltre 1.800 casi di meningite infantile ogni anno nel Regno Unito, uno su dieci risulta fatale e uno su tre porta a danni permanenti nel bambino, come perdita di arti, danni cerebrali o all’udito e demenza. Ora un nuovo vaccino contro la meningite B viene messo a disposizione – e sarà gratuito – dall’Nhs, il servizio sanitario nazionale britannico, con il progetto di renderlo obbligatorio entro qualche anno. L’obbligatorietà arriverà quasi sicuramente, del resto, dopo che il comitato britannico per le vaccinazioni ha definito il vaccino ‘Bexsero’, prodotto da Novartis, “effettivo e funzionante”.

Una legge sarà comunque necessaria, ma le varie associazioni contro la mengintite, intanto, plaudono all’iniziativa . Come, ad esempio, Meningitis now, fondata da Steve Dayman negli anni Ottanta in seguito alla morte del suo piccolo proprio per questa malattia. “Questa è una notizia monumentale – ha detto Dayman – e questo vaccino salverà migliaia di vite, evitando anche a tanti genitori di dover affrontare le conseguenze negative di un episodio di meningite. Ringraziamo tutti e soprattutto il comitato per le vaccinazioni. Hanno ascoltato le nostre richieste e le nostre preghiere”.   

La decisione, in realtà, è stata una vera e propria inversione di tendenza, dopo che un vaccino simile era stato bloccato dalle autorità sanitarie solo un anno fa, perché giudicato inefficace. In un Paese dal basso tasso di opposizione ai vaccini – un tasso che tuttavia è più alto fra le classi medie e istruite – si possono ancora trovare, tuttavia, sacche di resistenza a questo metodo di prevenzione. Nel Regno Unito, del resto, fece molto clamore quel documento pubblicato anni fa da Andrew Wakefield e che metteva in relazione alcuni vaccini con l’autismo, studio poi smentito più volte da successive ricerche e mai confermato. Secondo alcune stime, fra la classe media americana le esternazioni di Wakefield avrebbero causato un calo del 20% nel ricorso alle vaccinazioni infantili, una diminuzione stimata del 10% in Gran Bretagna. 

C’è da dire, tuttavia, che la decisione della sanità britannica di andare verso una vaccinazione obbligatoria è legata anche a un prezzo di ogni singola dose che è stato ridotto negli ultimi mesi, in un sistema sanitario come quello britannico molto attento alla gestione dei costi e dei bilanci. La meningite B è più comune fra chi ha meno di un anno d’età e il picco di contagio è di solito fra cinque e sei mesi di vita. Con una diagnosi precoce e con un buon trattamento antibiotico, gran parte dei casi vanno incontro a una guarigione completa, anche se, appunto, il tasso di mortalità rimane comunque elevato. Nel Regno Unito, negli ultimi mesi, migliaia di medici hanno firmato una petizione per chiedere al ministero di rendere il vaccino obbligatorio, richiesta che ora pare essere stata ascoltata.

Intanto, anche in Italia si torna a parlare di meningite e delle sue possibili soluzioni, dopo il caso di Casalmaiocco, nel Lodigiano, dove una bimba di 11 anni è morta il 20 marzo per un episodio fulminante. In quel caso la scuola e le autorità sanitarie hanno provveduto a prescrivere la profilassi a tutti i compagni di classe della ragazzina.

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