“Se mi tagliano lo stipendio vado all’estero”. Dieci, cento, mille Moretti please. Che se ne vadano, i manager pubblici, se pensano di valere più di quanto Matteo Renzi li vuole pagare. Un tetto a 239.181 euro (pari all’indennità del presidente della Repubblica) pare poco? Vadano a farsi pagare di più all’estero, se qualcuno se li piglia. Non credo che saranno rimpianti. Vadano e lascino spazio a tanti italiani che all’estero ci sono già, perché scappati da un sistema di parentele, amicizie, familismo amorale e corporativo, e che non vedono l’ora di tornare. E stia tranquillo Moretti: tornerebbero eccome. E non solo per i 239.181 (20mila euro al mese).

Ma perché se ne sono andati con l’amarezza addosso, scappando da un paese che non li ha mai valorizzati, per lasciarsi alle spalle proprio quel sistema che ha piazzato i vari Moretti e compagnia nei posti di comando. Se Renzi vuole mandare un messaggio ai giovani, questa volta premi il merito, e non le amicizie e le raccomandazioni di partito. Se Renzi vuole davvero dare un segnale di rinnovamento e cambiare verso all’Italia.

Questa tornata di 600 nomine nelle società controllate dallo Stato, invece di avvenire secondo il solito manuale Cencelli e con il bilancino dei partiti per sistemare i soliti boiardi e boiardini nelle solite poltrone, che sia una boccata di aria fresca e venga fatta per premiare chi veramente merita. Come? Come si fa appunto all’estero: cercando sul mercato i migliori. Si affidi la ricerca a società di cacciatori di teste: “AAA manager cercasi”. E poi si pubblichino bandi di concorso su tutti i giornali, compresi quelli stranieri. Lo so, state sghignazzando. Pensate che sia un follia. E perché mai? Chi è interessato deve poter mandare un curriculum che sarà poi valutato. Anonimamente. I migliori verranno poi convocati per un colloquio. Vi immaginate che cambiamento di verso? Non si è mai vista in Italia una nomina di questo livello con una selezione vera, attraverso le competenze.

 Allora sì che chiuderemo la bocca al Financial Times che definisce l’Italia una “palude” e definisce la nostra classe dirigente una “gerontocrazia”. Allora sì che i leader europei smetteranno di fare sorrisini quando si parla della serietà degli italiani.

Allora sì che i tanti connazionali scappati all’estero (e solo a Londra siamo ormai mezzo milione) potranno cominciare a guardare con fiducia al loro paese. Allora sì (forse), la fuga si fermerà.

Twitter @caterinasoffici

il Fatto Quotidiano, 23 Marzo 2014

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