Quanto risparmieremmo se fosse attivo e completo il Processo Civile Telematico (Pct) e quanto sarebbe più efficiente e celere la giustizia italiana (e con essa il Paese)? Moltissimo.

Una storia quella del Pct che ben riassume tutti i nostri peggior difetti: approssimativo, inaffidabile, cialtrone, sprecone. Al riguardo sarebbe opportuno che la Corte dei Conti indaghi come mai in dieci anni e più non siamo stati in grado di realizzare il Pct, nonostante siano stati spesi centinaia di milioni di euro. In vecchie lire, probabilmente sono stati investiti circa 1.000 miliardi.

Spieghiamo ai non addetti alla Giustizia di cosa si stia discutendo.

Il Pct è parte integrante del piano di e-Government della giustizia civile italiana, che costituisce circa il 60% del carico giudiziale (il restante concerne il penale, amministrativo, tributario etc.). L’obiettivo del Pct è l’informatizzazione di tutto il procedimento giudiziario civile, dalla gestione del fascicolo al giudizio in aula, consentendo in modo agevole, con enorme abbattimento di tempi e soprattutto di costi: consultazione dei fascicoli e deposito dei provvedimenti da parte del magistrato; consultazione ed estrazione di copia dei fascicoli, deposito di atti e documenti da parte dell’avvocato; utilizzo di strumenti telematici all’interno delle procedure esecutive e delle procedure concorsuali; comunicazioni di cancelleria effettuate per posta elettronica certificata (dunque anche con certezza).

Il 30 giugno 2014 il Pct diverrà obbligatorio per tutti. Ciò significa che dovrà essere definitivo.

Invero la fonte iniziale del Pct era già contenuta nel d.P.R. 13 febbraio 2001 n.123, poi seguito da una sequela compulsiva di altre norme (d.l. 25.6.08 n. 112, modificato dal d.l. 29.12.09 n. 193; d.m. 21.2.11 n. 44; d.m. 15.10.12 n. 209; d.l. 18.10.12, n. 179; d.l. 18.10.12, n. 179; d.m. 3.4.13 n. 48) degne di un trattato di psicopatologia.

Il Pct venne introdotto di fatto nel 2006, ancorché limitatamente al deposito telematico dei decreti ingiuntivi, nelle sedi sperimentali di Bologna, Genova, Catania, Lamezia Terme, Bari, Bergamo e Padova. In tale anno, il servizio PolisWeb iniziava a consentire la consultazione, da parte degli avvocati, dei registri di cancelleria di alcuni uffici: Corte d’Appello di Lecce; Tribunali di Ancona, Bari, Bologna (Imola e Porretta Terme), Cassino, Catania, Firenze, Genova, Grosseto (Orbetello), Lecce (Casarano, Campi Salentina, Maglie, Nardò), Lucera, Macerata, Nocera Inferiore, Pesaro, Pescara, Ragusa (Vittoria), Rimini, Teramo (Atri e Giulianova), Verona.

Dalla fase sperimentale si passava indi all’avvio presso il Tribunale di Milano della fase più avanzata. Dopo dieci anni (almeno) i dati forniti ufficialmente dal Ministero della Giustizia fotografano una realtà, a pochi mesi dalla sua entrata in vigore definitiva, preoccupante e grottesca al tempo stesso: a) uffici con almeno un servizio telematico (Corte d’Appello: 42%, nn. 11/26; Tribunali: 71%, nn. 100/140); b) depositi telematici non attivati: Pistoia/Lucca e tutto il centro e sud Sardegna; c) professionisti dotati di Pec (Posta elettronica certificata) che operano con la giustizia: nn. 352.349/413.000; d) atti digitali nativi degli ultimi 12 mesi: n. 745.217; e) comunicazioni digitali: n. 12.327.319 nell’ultimo anno e 2.500.000 accessi telematici al giorno; f) risparmio stimato ad oggi grazie al Pct zoppo: 42 milioni di euro/anno; g) fondi destinati all’informatica giuridica: da 200 milioni del 2011 ai 100 milioni del 2012, sino agli attuali 92 milioni.

Di recente ho discusso con una docente di informatica giuridica all’università e le ho posto i seguenti quesiti: perché il Pct non è ancora attuato e perché è così complesso? Ebbene dalle risposte articolate e dai sorrisi e dalle alzate di spalle ho tratto le seguenti risposte: perché qualcuno l’ha volutamente reso complesso e qualcun altro ci ha marciato sopra. E noi paghiamo.

Paghiamo in termini gravi di inefficienza: se avessimo il Pct a regime da anni, avremmo risparmiato tanti soldi dei contribuenti (centinaia di milioni), avremmo una giustizia più efficiente e celere, avremmo avuto anche un impatto migliore sull’ambiente (centinaia di tonnellate di carta in meno, quintali di inchiostro in meno etc.), non ultimo avremmo anche un’avvocatura che si dedica meglio ai propri clienti piuttosto che ad adempiere a follie burocratiche invalse da decenni presso i tribunali.  

Il ministro Orlando ha dimostrato in queste settimane già di essere migliore degli ultimi cinque ministri che l’hanno preceduto. L’auspicio è che sia fermo e risoluto anche sul Pct. 

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