Le aveva già annunciate un paio di volte negli ultimi sei mesi. Questa volta però le dimissioni di Luca Bianchi da assessore al Bilancio della Regione Siciliana sono arrivate davvero. “Non penso che i tempi della politica siano compatibili con le azioni che questa amministrazione deve portare avanti: non eravamo sull’orlo del baratro ma ben oltre”, ha detto l’ex vicedirettore dello Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) nella conferenza stampa convocata a Palazzo d’Orleans dal governatore Rosario Crocetta. Le dimissioni di Bianchi sono state concordate durante un lungo faccia a faccia notturno con il presidente, che in queste ore ha riempito di comunicati stampa i giornali (nove email in poche ore). Un annuncio che arriva il giorno dopo la stangata inflitta dall’Assemblea regionale al governo: i deputati hanno infatti rispedito in commissione il disegno di legge che prevedeva l’accensione di un mutuo trentennale da quasi un miliardo di euro per pagare i creditori della Regione.

“Il dl pagamenti non prevedeva nuove tasse: e questo è stato possibile proprio grazie alla forza che avevamo sui tavoli romani. Quel mutuo sarebbe stato pagato con i risparmi della Sanità – ha rivendicato Bianchi – Io mi fermo comunque qui. Nessuno è indispensabile. Torno a fare il mio lavoro”. L’ex titolare dell’assessorato al Bilancio, spedito in Sicilia da Roma dopo la vittoria delle elezioni da parte del Pd, era in un certo senso l’aggancio di Crocetta con gli ambienti democratici della capitale. È per questo che il suo addio può essere il preludio di uno stravolgimento dell’intera giunta. Da mesi il Partito democratico chiede a Crocetta un rimpasto, soluzione che il governatore aveva rispedito al mittente, provocando di fatto il boicottaggio del suo stesso partito. Il primo annuncio delle dimissioni di Bianchi era arrivato proprio dopo l’aut aut dell’ex segretario democratico Giuseppe Lupo, che aveva imposto agli assessori in quota Pd di fare un passo indietro.

In seguito i rapporti di Crocetta con il partito erano tornati più sereni, anche grazie all’arrivo di Fausto Raciti alla segreteria siciliana del Pd. Le richieste di nuovi posti in giunta però continuano e questa volta il governatore ha aperto alla possibilità di un rimpasto. Apertura fino ad oggi rimasta soltanto sui titoli dei giornali e mai messa in pratica. Adesso però con la perdita di un assessore importante come Bianchi, Crocetta dovrà trovare le giuste geometrie per mettere d’accordo gli alleati. E mentre l’ennesima busta con proiettile arriva ad un membro del governo regionale (questa volta è toccato a Nelli Scilabra, assessore alla Formazione), l’impressione è che dopo l’addio dell’ex vicedirettore dello Svimez, lo stesso Crocetta possa rischiare la poltrona.

“È fallita la linea economica di un governo, ora completamente senza bussola e pronto a brancolare nel buio: Crocetta ora può solo dimettersi”, annuncia il Movimento Cinque Stelle. Gli fa eco anche Sinistra Ecologia e Libertà che chiede al governatore “un gesto d’amore per questa terra: si dimetta ridando parola ai siciliani”. Il diretto interessato però non intende nemmeno sentire la parola dimissioni. “Non tradirò mai il popolo che mi ha eletto, sono un combattente, e i combattenti o vincono o cadono sul campo di battaglia. E mi comporterò esattamente così”, annuncia Crocetta. Che nei prossimi giorni avrà un bel da fare per tenere in piedi il suo governo. 

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