“Inutile”. Così Gian Paolo Gualaccini, capo delegazione Terzo settore non profit, definisce il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel), a margine di un’assemblea interna allo stesso parlamentino la cui sede è a Villa Borghese, a Roma. Il consigliere del Terzo settore punta il dito contro le parti sociali che “anziché utilizzare il Cnel, ne hanno abusato”. Se nel 2012 l’Istituzione prevista dalla Costituzione ha tenuto complessivamente 23 assemblee mensili, “la media delle presenze è stata di 45,9 consiglieri presenti – spiega Gualaccini – e nel 2013 sono scese a una media di 40,2. Vale  dire che 24 consiglieri su 64 non si sono mai fatti vedere all’assemblea mensile“. L’assenteismo è quasi totalmente delle rappresentanze datoriali e sindacali che, evidenzia il consigliere, “riscuotono ugualmente l’indennità mensile di 2.136 euro lordi, decurtata soltanto del 15% per ogni assenza all’assemblea”. “Abbiamo avanzato la proposta di decurtare l’indennità degli assenti del 50% e di introdurre la firma all’uscita – ha aggiunto – ma non è mai stata approvata”. Chi è mancato per un anno intero alle assemblee mensili ha percepito, quindi, 25.633 euro meno il 15% dalle casse dello Stato. I segretari generali di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, non hanno assolto il loro compito di consiglieri: non si sono mai presentati alle assemblee. Susanna Camusso, segretario generale Cgil, fino alle dimissioni a maggio 2013, è risultata sempre assente. Giovanni Centrella di Ugl ha partecipato a otto assemblee su 11 nel 2012 ed è stato sempre assente nel 2013 di Paola Mentuccia

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