C’è un seguito. Qualcosa di subumano ha “compenetrato” un po’ tutti i protagonisti di questo delizioso feuilleton. Barbara D’Urso due giorni fa ha giurato al sindaco di Siracusa:” Un paesino dimenticato? Mai detto”. No, il paesello dimenticato, dice, non è Siracusa. Allora? No, niente, è un paesello fantomatico dove svetta misteriosamente la scuola della canzoncina. Per tutti rimarrà tale: ma perché era Siracusa? Boh.

Insomma la signora D’Urso ignorava che Renzi fosse finito a Siracusa. Rivedetevi la puntata, qualcuno dice che ci vuole stomaco. Lo hanno fatto, replicano in tanti, neanche fosse olio di ricino, ora basta però. La D’Urso ha un piano b, non so, un exploit: cioè una lettera. E la mostra al sindaco di Siracusa in collegamento. Una lettera? Dunque c’è chi scrive lettere di carta: quella sventolata dalla D’Urso è una lettera di carta. E pare l’abbia spedita nientedimeno che l’autore della canzoncina blues, Paolo Genovese, nonché vicepreside della scuola siracusana. Ma quale scuola siracusana, non era la scuola di un non meglio identificato paesello?

Comunque è una lettera servile, gridano allo scandalo in molti, anche i membri di un gruppo su Facebook. “Talia stu persu” si legge in uno dei commenti (tradotto: guarda sto perso, sto scemo per estensione). Il professore Paolo Genovese affida le sue memorie a un sito di informazioni, Siracusaoggi, non ha mai scritto una lettera, al limite un messaggio.

Il sindaco di Siracusa non credo che mangi la foglia: tutti i terroni del web le foglie saprebbero a chi farle mangiare o dove infilarle, ma lasciamo perdere. Barbara D’Urso di colpo diventa la personificazione stessa di un insulto, mai letti tanti a una sola persona. E’ come dire, a sentire taluni, sei una testa di banana ad esempio. Ma è assurdo, finiamola, per carità, chiudiamola qui. Assolutamente no. Difatti: mentre c’è chi supplica di dare una chiusa alla vicenda, così la smetteremo tutti di guardare coattamente il programma, altri ancora tentano una via: operatori veri, con nome e cognome, vorrebbero invitare la D’Urso a Siracusa, tutto pagato, viaggio e resort. Così leggo con preoccupazione alcuni post su facebook, mi colpisce una foto della signora Barbara D’Urso, con gli occhi sgranati, la didascalia in virgolettato che recita: “Quindi lei mi sta dicendo che se vengo a Siracusa a chiedere scusa per le minchiate che dico non mi applaudireste ma mi pigghissivu a pumarori sfatti?”.

Mi sentirei di rassicurarla.

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