Scontri tra sostenitori di Mosca e quelli di Kiev sono scoppiati a Sebastopoli, in Crimea, durante un raduno per il bicentenario della nascita del poeta ucraino Taras Shevchenko, uno dei simboli dell’indipendenza del Paese. “E’ la nostra terra, non ne cederemo un centimetro. Che la Russia e il suo presidente lo sappiano”, ha annunciato il premier ucraino, Arseni Iatseniuk, parlando dell’occupazione militare russa nella penisola.

Opposta la posizione del premier filorusso della Crimea. “A Mosca stanno solo aspettando il nostro sì all’adesione alla Federazione Russa“, ha detto Serghiei Aksionov ai migliaia di dimostranti filorussi radunati nella capitale della Crimea, Simferopoli, che il 16 marzo voterà la secessione da Kiev, annunciando che “questa è la primavera della Crimea”.

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha telefonato intanto alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, e al premier britannico David Cameron per ribadire che “i passi fatti dalle legittime autorità della Crimea sono basati sul diritto internazionale e mirano a proteggere i legittimi interessi della popolazione della Crimea”. Proprio mentre le forze militari russe prendevano il controllo di un posto di guardia al confine ucraino nella Crimea occidentale.

Montano quindi le tensioni tra Kiev e Mosca, dopo che Washington aveva fermato la cooperazione militare con la Russia e Mosca si era detta pronta a considerare la possibilità di sospendere le ispezioni militari degli Stati Uniti previste dai trattati sul controllo delle armi.

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