La facciata del teatro comunale di Savigno, ricorda quell’architettura paesana semplice e un po’ fiabesca: dentro la sala è spaziosa, interamente ristrutturata, le sedie sono disposte a cerchio e si respira un’atmosfera molto informale. Le persone man mano prendono posto e sono abbastanza numerose, circa una settantina. Stasera è di scena “Civicamente Samoggia”, il progetto di lista civica per concorrere alle elezioni del comune che nasce dalla fusione di cinque comuni dell’omonima Valle: Bazzano, Crespellano, Castello di Serravalle, Monteveglio e appunto, Savigno.

La riunione è introdotta dal consigliere comunale Maurizio Mazzoli, che insieme al collega Alessio Bartolini aderisce al progetto, rilevando che la caratteristica principale della lista è di essere trasversale e autonoma, effettivamente civica, perché raccoglie cittadini e associazioni indipendenti da partiti, uniti da una visione comune del governo del territorio, a prescindere dalle posizioni ideali e culturali.

La realtà del Comune unificato assumerà una dimensione e una complessità ben diversa dall’attuale. Con una superfice di circa 180 chilometri quadrati è il comune “fuso” maggiore in Italia per estensione, un territorio molto diversificato, di trentamila abitanti che va dalla pianura urbanizzata di Bazzano e Crespellano, alle zone pedemontana di Savigno, Monteveglio e Castello di Serravalle, un assembramento che definire “bislacco” è poco.

Questo è uno dei motivi, e non il solo, che aveva portato una parte quasi maggioritaria degli elettori a votare contro la fusione al referendum che alla fine, nonostante le molte riserve, è passato, consegnando i comuni a un difficilissimo processo di unificazione.

I promotori della lista, Marco Aleotti e Simone Rimondi, illustrano il programma che si prefiggono di realizzare se vinceranno le elezioni amministrative, non nascondendo le difficoltà di affrontare i non pochi problemi aperti dalle precedenti amministrazioni.

L’asse strategico del programma è una fortissima attenzione all’ambiente, alla sostenibilità delle scelte, non declamate e poi disattese, come oggi purtroppo di norma avviene, bensì costruite sulla base di principi molto solidi di innovazione, di tutela dell’ambiente, del paesaggio, della difesa concreta del suolo libero dalle edificazioni incontrollate, dalla valorizzazione di tutte le risorse locali, oggi mortificate dalla crisi.

Sul fronte urbanistico il PSC del comune unificato prevede la costruzione di oltre 4.700 nuovi alloggi (5.600 considerando le previsioni di Zola Predosa) con gravi conseguenze per l’ambiente e il consumo di suolo. Civicamente Samoggia si prefigge invece di invece di realizzare un censimento preventivo sugli edifici esistenti, vuoti, sfitti ,eventualmente non utilizzati e di riconsiderare gli alloggi da edificare, favorendo soprattutto la rigenerazione urbana degli edifici, la riqualificazione degli edifici e l’uso in primo luogo di aree dismesse.

A Savigno comune della montagna si pongono urgenti problemi di difesa del suolo e dell’assetto idrogeologico, le frane e le rotture di argini del Samoggia incombono come in gran parte dell’Appennino, è indispensabile garantire la protezione e rilancio delle produzioni agricole di qualità, colpite dalla crisi economica. La discussione si accende sulla situazione dei danni provocati dalla presenza di migliaia di animali selvatici: anche in questo campo è necessario intervenire in modo diverso e più efficace,  programmando abbattimenti in misura utile a limitare il sovrappopolamento ma allo stesso tempo proteggendo anche la fauna e la flora, così come bisogna proteggere  l’agricoltura e l’ambiente in generale dalla mano dell’uomo. Un difficile equilibrio che va trovato, come afferma Rimondi, con la partecipazione attiva dei cittadini, in un clima diverso più trasparente di come non sia stato finora.

E’ di questo che sentono maggiormente bisogno i cittadini e si percepisce chiaramente dai numerosi interventi, dalla stanchezza per una politica anche locale, improntata al burocratismo dirigistico, da questo punto di vista si sente che la gestione del territorio è precipuamente “nelle mani” dei rappresentanti dei comuni di pianura oltre che della provincia e della regione, mentre è forte il bisogno di recuperare semplicità ed efficienza. In particolare si fanno gli esempi della protezione civile e degli interventi necessari per ripristinare gli alvei del fiume bloccato dalle piene, così come degli interventi necessari sulla strada provinciale bloccata da una frana.

La discussione è molto vivace, intervengono numerosi cittadini, contadini, nuovi residenti, cacciatori, volontari ed ambientalisti con punti di vista diversi ma anche comuni.

Si affronta il tema dell’economia, vengono avanzate proposte dal gruppo di lavoro, esposte da Sabrina Magnani, sugli obiettivi della lista di rilanciare un’economia sostenibile, un’agricoltura di qualità, i mercati a chilometro zero e le energie da fonti rinnovabili. Tutto per rendere un territorio bello e attraente ancor più competitivo per lo sviluppo di un turismo ambientalista, sensibile a questi temi e una possibile risposta alla crisi che anche in queste zone oggi vuol dire disoccupazione, soprattutto giovanile.

La prospettiva dell’insediamento della Philip Morris a Crespellano, pubblicizzata da tutta la stampa per l’assunzione di 600 dipendenti, pone in evidenza da un lato le aspettative di lavoro nella situazione attuale di grave crisi occupazionale e dall’altro le esigenze esposte dai rappresentanti della lista per evitare che un impianto industriale che venga realizzato in dispregio delle norme urbanistiche e ambientali possa determinare ricadute negative sul territorio con costi, magari differiti, maggiori dei benefici. Da ciò la necessità di “accendere i riflettori” su queste decisioni e gestire qualsiasi intervento coinvolgendo i cittadini nelle scelte strategiche che riguardano la comunità. Privilegiando insieme alla realizzazione del progetto in termini positivi, la salvaguardia del territorio, delle preesistenze, dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Appare chiaro da questa discussione come, a prescindere dal risultato elettorale, la presenza di una realtà civica con una chiara visione del “bene comune” inteso non come astratta petizione, bensì come stella polare delle scelte di politica e di governo locale, oggi sono requisiti preziosi per un futuro sempre più complesso e impegnativo.

La riunione si conclude con la consapevolezza che il confronto è appena iniziato e che occorrerà aggiungere ancora tasselli al mosaico del programma che Civicamente Samoggia, sta costruendo giorno per giorno con i cittadini.

Mercoledì 12 marzo la discussione sul programma riprenderà nell’assemblea di Crespellano mentre venerdì 21 marzo, nella rocca di Bazzano, ci si confronterà tra associazioni, forze locali e l’Associazione civicamente Valsamoggia, sull’esperienza civica in relazione al tema più generale dei movimenti per la difesa dei beni comuni e dei servizi pubblici con la partecipazione tra gli altri di Sandro Medici da Roma e Andrea Caselli del movimento per l’acqua di Bologna.

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