Bruxelles rovina i piani di Matteo Renzi, puntando direttamente al cuore del programma del nuovo governo: il cuneo fiscale. L’Unione europea avverte che i fondi comunitari non possono essere utilizzati per il taglio delle tasse sul lavoro, cavallo di battaglia del neo premier. “I fondi della politica di coesione devono essere utilizzati per finanziare nuovi progetti per lo sviluppo, quindi non possono essere usati per coprire la riduzione di imposte, come quella potenzialmente legata al cuneo fiscale”, chiarisce il portavoce del commissario Ue, Johannes Hahn.

E’ dura quindi la risposta dell’Ue al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che giovedì 6 marzo in una intervista a Il Sole 24 Ore aveva parlato di un possibile utilizzo dei fondi europei per finanziare il programma annunciato da Renzi. “Dobbiamo anche capire con l’Unione europea come utilizzare al meglio i fondi europei che oggi non vengono spesi”, aveva detto rispondendo a una domanda sulle coperture, chiedendosi: “Perché non si potrebbero utilizzare quelle risorse (i fondi europei, ndr) su due capitoli oggi prioritari come il mercato del lavoro e la capacità di competere delle imprese? E’ interesse dell’Europa intera, non solo dell’Italia”.

Ma le parole del numero uno di via XX Settembre non convincono Bruxelles. “Stiamo quindi dicendo all’Italia, come a qualsiasi altro Stato membro dell’Unione, che le regole dei fondi permettono di finanziare con risorse nazionali, prima che i programmi per il 2014-2020 siano adottati dalla Commissione, progetti concreti per offrire, per esempio, aiuti per lo start up o per l’espansione produttiva e occupazionale dell’industria manifatturiera, o operazioni per ridurre la dispersione scolastica“, prosegue il portavoce del commissario Ue. “Progetti che mirano a questi obiettivi sono considerati una priorità della politica dell’Unione europea. Questi progetti dovranno in ogni caso essere sottoposti a una verifica a posteriori di coerenza con le regole dei fondi, con i criteri di selezione, e con la strategia dei programmi. Solo quando sarà trovato un accordo sulla strategia e sui programmi, la Commissione potrà rimborsare quei progetti con risorse comunitarie“.

Il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn, Simon O’ Connor, rispondendo ai giornalisti a Bruxelles sottolinea poi che “in generale i contributi dei Paesi ai fondi europei di stabilità Efsf ed Esm non hanno impatto sul debito pubblico, non penalizziamo uno Stato membro per la sua partecipazione”. Diversa è la posizione dell’ex ministro Fabrizio Saccomanni, secondo cui sull’indebitamento pesano il meccanismo di rimborso dei debiti della pubblica amministrazione e l’aiuto agli altri Paesi europei in difficoltà, tramite i fondi comunitari. 

L’avvertimento di Bruxelles a Renzi sul cuneo fiscale è il secondo duro monito dell’Ue in pochi giorni. Mercoledì 5 marzo, infatti, la Commissione europea aveva annunciato che l’Italia ha “squilibri macroeconomici eccessivi e per questo dovrà essere sottoposta a uno “speciale monitoraggio”. Tra i punti critici che soffocano il Paese, Bruxelles aveva sottolineato il debito pubblico fuori controllo, in pancia soprattutto alle banche, e la scarsa competitività.

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