“Questa è l’ultima spiaggia!”; “Spes ultima dea”; “Dopo di Lui il diluvio”…
Manca solo uno squillante “Meno male che Renzi c’è”, magari intonato da un coro di montagna, e poi il campionario sarà completo.
Se fossimo in Renzi faremmo gli scongiuri e chiederemmo una moratoria anche ai ragazzi del coro, sia per evitare il ridicolo, sia per non alimentare illusioni destinate a restare tali.
L’illusione dell’uomo solo al comando ha già prodotto troppi guai nella storia d’Italia, passata e recente, e non c’è bisogno alcuno di rialimentare il culto della personalità, anche perché dalla situazione attuale non si potrà uscire restando dentro le compatibilità e i parametri di sempre.

Che la situazione etica, politica e sociale, sia gravissima non vi è dubbio alcuno, ma che, dopo Renzi, la storia nazionale sia destinata a fermarsi e a non conoscere altri capitoli ci sembra “leggermente” esagerato. Nella vita degli umani e degli stati non ci sono “ultime spiagge”, se Renzi deluderà sarà sconfitto e, dopo di lui, ci sarà un altro governo, un’altra maggioranza, un’altra pagina della storia nazionale.

Del resto ci sono state altre pagine persino dopo la scomparsa di Mosé, di Cesare, di Napoleone, ci saranno anche quando non ci sarà più questo governo. Per queste ragioni il medesimo Renzi farebbe bene a chiedere di mettere al bando le ultime spiagge e i cori a tariffa, anche perché, alle prima difficoltà, i ruffiani in servizio permanente effettivo, salteranno sulla nuova barca ed si genufletteranno di fronte al nuovo “uomo della Provvidenza”, ed ovviamente “nuova ultima speranza per l’Italia“.

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