“Mi chiamo Rosa Giancola, sono un’operaia della Tacconi sud e questa è la seconda notte di presidio all’interno della fabbrica”. Inizia così il documentario Atlantis, diretto da Massimo Ferrari e prodotto da MaGa Production, che racconta la storia della più lunga occupazione femminile in Italia. Stiamo parlando della Tacconi sud, l’ex stabilimento tessile alle porte di Latina, presidiato per 550 giorni dalle operaie licenziate. Una vicenda che, dall’ex provincia industriale del Lazio, è diventata il simbolo della crisi italiana. Una storia di resistenza e di diritti che, nel documentario, è narrata da una voce fuori campo, quella dell’operaia Rosa Emilia Giancola, detta “il capitano”. E’ stata lei, attraverso i suoi diari “di bordo” diffusi tramite i social network, a condurre la vicenda della fabbrica tessile di latina fuori dal capoluogo pontino, fornendo la base narrativa per la scrittura del documentario. 

Una storia a lieto fine – afferma Rosa Giancola – scritta insieme alle 29 operaie che con la loro tenacia hanno accompagnato questa fabbrica in crisi verso il fallimento e poi verso una riconversione che ha salvato il lavoro di tutte”. Questo accadeva tra la fine del 2010 e l’inizio del 2012. A fare da sfondo alle vicende della Tacconi sud, l’Italia delle fabbriche in crisi e delle delocalizzazioni, del Rubygate e delle olgettine. “Ma anche l’Italia delle lacrime della Fornero che, piangendo, annunciava nuovi sacrifici mentre i cittadini si sentivano ripetere che in Italia i ristoranti erano pieni e non c’era l’ombra di crisi”, prosegue Giancola. Nel documentario, a fare da contraltare al declino della Tacconi sud di Latina, la vicenda di una fabbrica virtuosa “che sforna dolci e produce pensieri”. Si tratta del biscottificio artigianale Dogliani di Carrara, gestita e mandata aventi interamente da donne, la cui virtuosa esperienza viene narrata attraverso l’amicizia prima e la collaborazione dopo tra l’operaia Rosa Giancola e l’imprenditrice Margherita Dogliani“Quella della Tacconi Sud – afferma il regista Massimo Ferrari che per Atlantis ha ricevuto il premio come miglior documentario al Workers unite film festival di New York e il premio speciale della giuria alla Festa del documentario di Cortona – è in primo luogo una vicenda umana e sociale che apre una doverosa riflessione sul mondo del lavoro e sul suo cambiamento, sulla morte delle fabbriche e in qualche caso fortunato sulla loro rinascita”.

E’ questa la chiave di lettura del documentario e della mostra “550 giorni tra crisi e speranza”, che punta a coinvolgere lo spettatore e a stimolare una riflessione sul lavoro a partire dalle immagini degli scioperi e delle fabbriche chiuse in provincia di Latina. La mostra, che girerà tutte le province del Lazio, raccoglie in parte le immagini provenienti dall’archivio fotografico dei quotidiani della provincia di Latina che hanno documentato, dal 2010 al 2012, la chiusura di altre fabbriche del territorio, le proteste dei lavoratori, gli scioperi; e in parte sono firmate da due fotografe professioniste che hanno realizzato due reportage sull’occupazione della Tacconi Sud. “L’idea – spiega Giancola – è rendere questo evento itinerante, replicando lo stesso format in tutte le province del Lazio. Ad ogni tappa, in ogni città, la mostra si arricchirà dei contributi fotografici dei professionisti del luogo che hanno raccontato, sui quotidiani locali e non, la cronaca delle crisi aziendali, degli scioperi e delle riconversioni dal 2010. L’obiettivo finale è raccogliere il materiale fotografico proveniente da tutte le province del Lazio per organizzare un evento finale nella città di Roma, con l’organizzazione di una mostra sul lavoro, le testimonianze dei lavoratori e la proiezione del documentario Atlantis, che resta ad oggi una delle poche vicende conclusa in modo positivo”.

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