Scontro rovente durante “Agorà” (Rai Tre) tra il giornalista de “Il Fatto Quotidiano” Fabrizio D’Esposito e il deputato Gabriele Albertini, appena passato da Scelta Civica al Nuovo Centrodestra. Il match, che coinvolge anche il direttore de “L’ora della Calabria”, Luciano Regolo, e lo stesso conduttore della trasmissione, Gerardo Greco, riguarda la vicenda che ha coinvolto il senatore Ncd e neosottosegretario alle Infrastrutture, Antonio Gentile, accusato di aver fatto pressioni per bloccare la pubblicazione della notizia dell’apertura di un’indagine a carico di suo figlio. Albertini cita addirittura un libro di Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria: ”La giustizia è una cosa seria e viene invece usata come uno straccetto per pulire lo sporco di qualcuno o per lucidare gli ottoni degli altri. Le indagini sono segrete fin quando non si arriva al processo, ma questo principio di etica e giustizia viene continuamente violato”. E ripete a mò di mantra: “Non giustifico che venga pubblicato qualsiasi atto che concerne le indagini in corso. Se avesse voluto commettere un reato, lo stampatore avrebbe dovuto pubblicarlo’‘. Regolo ribatte: “Non riesco a capire qual è il segreto istruttorio che è stato violato. Anche io ho letto il libro di Gratteri e mi è piaciuto molto quando dice che molti giornalisti fanno da velina”. Rincara provocatoriamente D’Esposito: “La sua risposta è quella di una politica che si rifiuta di dare un’opinione e si consegna mani e piedi ai magistrati in attesa dello sviluppo delle indagini. Quindi, lei avalla una concezione giustizialista della politica”. Albertini replica con la medesima risposta: cita nuovamente Gratteri e la segretezza delle indagini, scatenando un bailamme in studio. ”Ma lei deve parlare del contenuto della telefonata”, osserva la firma de Il Fatto

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