I conti li ha chiusi definitivamente lunedì mattina, intorno alle 5 e 30. I carabinieri lo hanno trovato con la cintura dei pantaloni stretta al collo, appeso a una trave dell’appartamento dove abitava e dove, da qualche giorno, era costretto agli arresti domiciliari. Qui a Travagliato, comune di 14 mila abitanti in provincia di Brescia, tutti conoscevano la storia di Gianpaolo G., ex muratore di 42 anni con moglie e tre figlie (due delle quali disabili), che da due non riusciva a trovare uno straccio di lavoro. E che oltre al supporto della Caritas, non poteva contare su nessun altro tipo di aiuto, come ammette il primo cittadino Renato Pasinetti: “Il Comune non ha risorse per chi è rimasto senza lavoro”.

I cittadini del comune bresciano quella storia l’hanno letta sulle pagine dei quotidiani locali già il 12 febbraio. Il giorno prima l’uomo si improvvisa bandito e rapina il distributore di benzina della Tamoil in paese. Il colpo va male. Con il cappuccio della felpa calato sul volto e una pistola giocattolo in mano, il 42enne si fa consegnare un migliaio di euro di incasso dalla dipendente e scappa. Ma viene raggiunto e placcato dal titolare che lo riconosce all’istante e lo fissa incredulo. E’ questa la mazzata finale, che si aggiunge agli altri problemi.

Dopo qualche giorno di carcere a Canton Mombello e la mannaia di un’incriminazione per rapina aggravata sulla testa, quell’appartamento si trasforma nella sua prigione ormai vuota. Perché nel frattempo, oltre al lavoro, anche il matrimonio va in fumo. La moglie, disoccupata, se ne va dai genitori e porta via le bambine. E da quel momento le uniche persone che Gianpaolo G. può vedere – oltre agli assistenti che assistono la famiglia – sono i carabinieri della stazione di Travagliato, per i controlli periodici. L’ultimo è quello di lunedì. All’alba i militari si presentano nell’abitazione del 42enne, trovano la porta aperta e l’uomo impiccato a una trave. Gianpaolo G. non ha lasciato nessun biglietto. Le parole del primo cittadino sono sufficienti: ”C’è rammarico per non essere riusciti ad aiutare una persona in difficoltà. Ma non abbiamo risorse”.

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