La perdita di rappresentanza induce a fare molte riflessioni. Chi rappresenta oggi i cittadini? Come possono difendersi? E come possono essere semplicemente informati? Quando si parla di trasparenza vi è una differenza sostanziale tra il concetto in via teorica e la sua concreta attuazione. Manca oggi un anello di collegamento fondamentale tra i decisori e i cittadini. Questo anello di collegamento potrebbe rappresentare una autentica innovazione.

La riforma delle riforme non è forse quella di una “casa di vetro”?

Ad esempio: esiste il ministro per i Rapporti con il Parlamento, ma non si è mai pensato ad un ministro per i rapporti con i cittadini. Ciò si rende necessario proprio in relazione all’attuale ruolo delle assemblee una volta  “elettive” che essendo oggi assemblee nominate sono del tutto scollegate da una vera rappresentanza che permette di vedere, attraverso i rappresentanti, quanto accade nelle segrete stanze.

Un punto fondamentale, che dovrebbe affrontare questo Governo, è l’immediata trasparenza del lavoro di Carlo Cottarelli, meglio conosciuto come spending review. In altre parole, è necessario mettere al corrente i cittadini di come e dove si sta “tagliando”.

Questo potrebbe rappresentare una modalità “partecipata” nelle politiche e nelle scelte pubbliche per avvicinare i cittadini alle istituzioni. Ovviamente anche con la possibilità di intervenire, effettivamente, nel procedimento prima che il procedimento stesso diventi cogente. Senza alcuna speranza di coinvolgere il tessuto sociale che ne subisce soltanto le conseguenze.

La nostra spesa pubblica, circa 800 mld € all’anno, è sempre avvolta in una nebbia dantesca nella quale ci si perde tra le carte mai messe in tavola, ma sparse nel buio di decisioni sommerse che non rendono mai conto alla vera maggioranza del Paese degli interventi per potare sprechi e inefficienze. Sul punto, vi sono molti oneri aggiuntivi che intorbidiscono ancor di più il quadro e tra questi, i noti costi della politica diffusamente presenti, nelle forme più disparate, passando per il nodo irrisolto del fenomeno della corruzione.

Resistono ancora vecchi modelli di “protezione dei dati” e ciò non permette certamente di monitorare l’azione pubblica; la possibilità di un effettivo monitoraggio consente, anzitutto, di poterci ancora chiamare una democrazia. Ecco perché, le operazioni di spending review sono evidentemente connesse al concetto di accountability, che, in buona sostanza, significa il dovere per i decisori di render conto di come utilizzano i poteri che sono loro stati affidati – ormai indirettamente – dai governati

Lasciando da parte gli inglesismi, per recuperare almeno il buon uso della lingua italiana, si potrebbe affermare la necessità di rendere davvero trasparente la revisione della spesa per capire quali e quante sono le risorse da liberare per migliorare finalmente la vita dei cittadini.

Articolo Precedente

Sondaggi elettorali: Renzi il più amato. M5S, 2 elettori su 3 vogliono dialogo con lui

next
Articolo Successivo

Cdm, via libera al nuovo Salva Roma. Aumento Tasi fino allo 0,8 per mille

next