Alla fine Il regista di matrimoni ha detto sì. Marco Bellocchio ricoprirà la carica di presidente della Fondazione Cineteca di Bologna. Il regista di Bobbio (Piacenza), classe ’39, venticinque lungometraggi all’attivo, esordio nel 1965 con I Pugni in tasca, riempirà la casella vacante della presidenza dopo la scomparsa avvenuta lo scorso gennaio del regista padovano Carlo Mazzacurati.

“Un ruolo più simbolico che pratico”, spiegò al fattoquotidiano.it Giuseppe Bertolucci, l’ultimo presidente prima che la Cineteca diventasse fondazione nel dicembre 2011, “un puro atto di presenza, ma a cui si può contribuire con idee e lavoro assiduo”. Il passaggio di consegne dovrà essere sancito formalmente dal sindaco di Bologna, Virginio Merola, cui spetta per statuto la nomina del presidente Cineteca entro la fine del mese di marzo, ma l’accordo tra il direttore Farinelli e il regista piacentino è stato siglato.

Bellocchio avrà come compagni di viaggio effettivi i membri del cda scelto a fine 2011: il patron di Bim, Valerio de Paolis, e la regista Alina Marazzi. Già con una fama che grazie ai restauri delle pellicole ha sconfinato in mezzo mondo, compresi Stati Uniti e India, la Cineteca di Bologna punta su un nome prestigioso come quello di Bellocchio tra i pochi cineasti italiani contemporanei che alla pari del coevo Bernardo Bertolucci o delle seconde generazioni dei Salvatores e Tornatore, e terze dei Muccino, può vantare un interesse internazionale rispetto alla propria firma autoriale.

Solo l’estate scorsa Variety ha riportato i primissimi dettagli della nuova opera del maestro piacentino che dovrebbe intitolarsi La Monaca. Le uniche tracce del plot di un progetto dalla lunga gestazione vogliono che il film si basi sulla vera storia di una nobildonna del XVII secolo, costretta a farsi suora, ma le cui storie d’amore all’interno del convento la porteranno alla incarcerazione. L’attenzione internazionale rispetto a Bellocchio è rinata nei primi anni duemila attorno a tre titoli come L’ora di religione (2002), Buongiorno, notte (2003) e Vincere (2009), che hanno ottenuto parecchi riconoscimenti in Europa e negli Stati Uniti. 

Bella Addormentata (2012), l’ultimo lavoro presentato al festival di Venezia e ispirato alla vicenda di Eluana Engluaro ha avuto larga risonanza soprattutto in Italia. Bellocchio dal 1995 ha attivato il laboratorio Farecinema, una scuola per aspiranti filmaker, nella Bobbio dove è nato a cui ha fatto seguito l’affermarsi del Bobbio Film Festival da lui diretto, nonostante la ritrosia ad apparire in pubblico e pronunciarsi su temi politici o di attualità che non siano direttamente riconducibili al proprio lavoro. L’ultima edizione del Bff è stata dedicata alla memoria di Giuseppe Bertolucci, mentre nell’edizione 2012 era stato l’incontro tra Bellocchio e Checco Zalone ha richiamare l’attenzione dei media italiani. Leone d’oro alla carriera nel 2012, Bellocchio rimane celebre per il folgorante esordio de I Pugni in tasca, vero e proprio spartiacque tematico e formale per il cinema italiano del dopoguerra. A Bologna è stato protagonista recentemente di omaggi e retrospettive in Cineteca, molte delle quali coronate da diversi “tutto esaurito”.

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