Come andare in apnea. Prendere una grossa boccata d’ossigeno e poi andar giù negli abissi della città di Milano fino alla banchina della metropolitana. Pochi metri di profondità e si trova l’aria più inquinata d’Italia. I numeri sono impressionanti e sono stati certificati dall’Arpa Lombardia in uno studio pubblicato 1 anno fa (complimenti ai ricercatori dell’Arpa per l’accuratezza dei risultati e la vasta campionatura adottata).

Ecco i risultati. Nel periodo 23 marzo – 2 aprile la media del pm10 rilevata in superficie (centralina Verziere) è stata di 38 microgrammi per metro cubo, nelle banchine delle fermate Piola 187, Cadorna 105, Duomo (linea rossa) 182, Porta Venezia 108, Duomo (linea gialla) 264, Crocetta 283. Proprio quest’ultima è la stazione dove si trovano gli accumuli più alti con punte di 327 microgrammi, 10 volte in più dell’esterno. Ruote, freni e binari contribuiscono a produrre fino al 73% del pm10 accumulato. All’esterno il vento e la pioggia disperdono gli inquinanti, nell’ambiente chiuso delle metropolitane no.

Il dossier riposa impolverato su un tavolo del Comune di Milano. Abbiamo chiesto all’Assessorato ai Trasporti e alla Mobilità quale politica abbia messo in campo, ma non è arrivata nessuna risposta. Tutto tace. Vorremmo capire le ragioni di questa inazione. Con Area c, piste ciclabili, domeniche a spasso, bike e car sharing, il Comune ha preso incisive scelte di mobilità sostenibile, si sottovaluta invece il cosiddetto inquinamento indoor? I pendolari che rinunciano all’auto, e dunque non inquinano, sono per assurdo i più esposti a questi livelli record di smog. Questa contraddizione va sanata. I pendolari vanno tutelati, anche nell’aria che respirano.

Una soluzione c’è. Molti occidentali che lavorano a Pechino, una delle città più inquinate al mondo, hanno installato nei loro appartamenti depuratori che ripuliscono l’aria dalle sostanze inquinanti. Si tratta di macchine mangia smog che aspirano l’aria inquinata e la trasformano in pulita. Questa tecnologia si chiama APA (air pollution abatement) e l’ha brevettata una azienda italiana “Is TECH” che è arrivata prima nella categoria “Start up” al concorso “Premio Sviluppo Sostenibile 2013”. In pratica l’aria viene risucchiata dall’impianto che la lava con getti d’acqua all’interno. L’acqua sporca, mista a polveri sottili, viene rimossa e gettata nel depuratore municipale. Gli impianti possono essere alimentati con energia prodotta da fonti rinnovabili e abbattono fino all’80% tutte le polveri sottili.

Per ripulire dallo smog una stazione metropolitana servirebbero 2 impianti, uno in coda e l’altro in testa alla banchina. A Milano ci sono 101 stazioni, ma l’intervento andrebbe ipotizzato per le sole 83 sotterranee. Calcolatrice alla mano, l’investimento complessivo sarebbe inferiore ai 2 milioni di euro. Il Comune e ATM non hanno i soldi? Bene, li invitiamo a partecipare a questo bando europeo appena pubblicato che finanzia interventi che riducono lo smog nelle nostre città. L’obiettivo dichiarato è quello di evitare 58mila decessi prematuri e abbattere i costi sanitari derivanti dalle malattie causate all’inquinamento. Ecco l’Unione Europea che ci piace.

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