“Qui vengono a scaricare di tutto, tutto quello che trovano. E io abito qui insieme a mio figlio, mia nuora e quattro bambini, di cui uno di 15 giorni. Se dobbiamo fargli venire il tifo ditelo”. Nicola Di Martino, anziano artigiano di Aversa, in provincia di Caserta, è costretto a vivere da tre anni un vero e proprio incubo: proprio sotto alle finestre della sua casa popolare il Comune ha deciso di realizzare un’isola ecologica. Nella quale però oltre a cartoni e vetro finiscono anche rifiuti organici e, in alcuni casi, tossici, come i copertoni di auto e tir, che in quel piazzale non dovrebbero mai arrivarci. “Eccoli lì – dice indicando dalla sua finestra i cassoni pieni di ruote – sono proprio sotto quel palazzo rosso. E sa quel palazzo cos’è? Quella è l’Asl”. Di fronte alla casa di Nicola, infatti, ci sono gli ambulatori dell’Azienda sanitaria locale che affacciano proprio sull’isola ecologica. Ma non è tutto. Continua Di Martino: “A volte non riescono a scaricare per tempo l’immondizia, anche l’umido, e la lasciano nei camion parcheggiati sotto la mia casa. Non posso più aprire la camera da letto e d’estate c’è una puzza tale che siamo costretti a tapparci in casa e a metterci le mascherine”. “E’ accaduto che quegli spazi sono stati utilizzati in maniera diversa da quello che si intende per isola ecologica”, commenta Giuseppe Sagliocco, sindaco di Aversa, che ha ereditato questa grana dal suo predecessore. “Ma rassicuro i cittadini: sono io in prima persona sul pezzo e la situazione sarà risolta. Ad ogni modo lo stato dell’isola ecologica è già migliorato: fino a poco fa era molto peggiore” di Andrea Postiglione
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