Qualche anno fa fui invitata a Roma alla mostra dell’artista giapponese Daikichi Amano, dedicata ovviamente all’erotismo. In quell’occasione, conversando con gli amabili proprietari della galleria, venni a conoscenza delle Onacups “Tenga”.  Occupandomi di oggetti erotici di design ne fui subito incuriosita. 

Nel 2006 l’ingegnere de Sol Levante Matsumoto creò un oggetto sofisticato, creativo e divertente per l’autoerotismo maschile, tenendo conto del fatto che il 99% degli uomini che entrano in un sexy shop, cercano appunto toys per la masturbazione. L’anno in cui vennero lanciati sul mercato, ne furono venduti 2 milioni di esemplari. Oggi sono richiesti in 41 Paesi ed è un successo globale. 

Il Tenga ha l’aspetto esterno di un discreto e colorato roll-on mentre all’interno morbidi e stimolanti elastomeri che riproducono la cavità vaginale, svolgono una funzione che simula le diverse sensazioni dell’amplesso. Uno dei modelli più venduti è quello che ricorda la sensazione del sesso orale (meditate, gente). La maggior parte è “usa e getta” ma non mancano anche quelli riutilizzabili, vincitori nel 2012 del “Red dot design award” ovvero il più prestigioso riconoscimento del design mondiale.

Non a caso la “Keith Haring Foundation” – che tra l’altro si occupa di sesso sicuro e di lotta all’Aids – ha scelto Tenga per griffarne cinque. Ancora una volta dal Sol Levante una lezione su come si possa tramutare un oggetto di uso comune pre–esistente e poco attraente, in un must.

Ricordo che è un sex toy con cui anche la donna può giocare col proprio partner: la definirei una carezza alternativa.

Infine, “Tenga” in giapponese è un aggettivo che si usa per apprezzare la bellezza di un kimono o di una danza. Io, ogni volta che mi porgono qualcosa e usano il verbo “tenga” però sorrido.

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