Ci sono film che girano il mondo attraverso i festival. Prendiamo Short Term 12, che personalmente ho trovato uno dei migliori titoli del 2013. Ha iniziato a marzo dello scorso anno, vincendo il South by Southwest Film Festival. Da lì ha attraversato gli Stati Uniti (tra gli altri, premio del pubblico a Los Angeles, due premi a Maui), poi è sbarcato in Europa, tra Belgio (premio del pubblico a Gent), Estonia (miglior film a Tallinn), Spagna (premio del pubblico a Valladolid) e Svizzera (tre premi a Locarno). È passato anche per un piccolo festival italiano, con una proiezione al Sottodiciotto di Torino. Ma non ha avuto alcuna distribuzione nel nostro Paese, pur essendo uscito nelle sale americane, australiane e di mezza Europa. Un titolo come questo però è assolutamente da recuperare, ecco perché.

Il regista: Destin Daniel Cretton viene dalle Hawaii, ha 34 anni ed è al secondo film. Prima, ha diretto numerosi cortometraggi, tra i quali quello, pluripremiato, da cui ha tratto Short Term 12. Il suo primo lungometraggio, I Am Not a Hipster, ha partecipato al Sundance Film Festival del 2012.

Gli interpreti: La protagonista è Brie Larson, che abbiamo conosciuto qualche anno fa come giovane interprete della serie tv United States of Tara e poi insieme a Channing Tatum e Jonah Hill in 21 Jump Street. Insieme a lei, John Gallagher jr, che dopo una lunga carriera teatrale, stiamo vedendo nella serie tv The Newsroom.

La trama: Grace e Mason lavorano in un centro per ragazzi con problemi familiari, alle prese giorno dopo giorno con tentativi di fuga e complicate situazioni da risolvere. Loro stessi però hanno avuto un’infanzia difficile, e quando lei scopre di essere incinta, arriva il momento di prendere decisioni importanti per le proprie vite.

La recensione: L’immagine di uno spettatore che si asciuga una lacrima con un bel sorriso stampato in faccia è la migliore recensione possibile di Short Term 12. Lo ammetto, è quanto mi è successo dopo aver visto questo film, una piccola commedia drammatica americana, che colpisce allo stomaco, ma finisce per riempire il cuore. Informandomi su questo titolo, mi aveva incuriosito la pagina di Rotten Tomatoes, il sito che raccoglie le recensioni dei critici americani. Il loro termometro segnava 99%: su 143 recensioni, ben 141 erano positive. “Possibile?”, mi chiedevo. “Assolutamente sì”, è la risposta dopo aver visto il film. Perché Short Term 12 è un film assolutamente sincero, perfetto nella sua imperfezione da produzione indipendente, arricchito da due splendide interpretazioni (Brie Larson al momento ha già vinto una decina di premi per il suo ruolo) che riescono a far provare una stupefacente empatia per personaggi complessi e fuori dal comune. Anche il tema dell’affidamento di ragazzi problematici è trattato senza superficialità e spesso superando il politicamente corretto (lo stesso regista viene da un’esperienza lavorativa in un centro simile allo Short Term 12). Una parola anche per le musiche, che sottolineano i momenti più drammatici o comici riuscendo a non enfatizzare eccessivamente immagini già di per sé già molto cariche.

Il commento del critico: “Un dramma indipendente realistico e sincero nella sua rappresentazione del lavoro sociale, che a volte richiama i grandi ritratti documentari di Frederick Wiseman” – Ethan Gilsdorf, Boston Globe.

La citazione: “You’re the weirdest and beautiful person I’ve ever met”.

Homevideo: L’edizione americana del blu-ray propone numerosi contenuti extra: un ricco backstage, un breve documentario sulle musiche, oltre 20 minuti di scene eliminate, il cortometraggio originale da cui è stato tratto il film e alcune informazioni sul sistema di affido familiare. Sono disponibili sul web i sottotitoli in italiano.

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