Il giorno 17 febbraio, a un passo dalla soglia dei sei mesi dalla partenza e a più di uno dalla loro separazione per rotte differenti, è il momento di riunire la famiglia contromano. Nanni e Pietro si incontrano a Lisbona e con loro c’è anche Stefano, amico storico di entrambi, venuto per assistere al recupero della Rabmobile, vera capofamiglia del giro del mondo, ed eventualmente dare una mano in caso di spiacevoli sorprese (Stefano è avvocato).

Della Rab non si sa più niente da due mesi, da quando cioè a Pietro e stato rubato il telefonino dove era memorizzato il numero del cameriere Pedro. Però nell’ultima conversazione aveva garantito il ritorno dell’auto nel piccolo paese dove lavora e quindi non resta che andare li, sul posto, a verificare. 
Porto de setubal, LisbonaItinerario semplice, il villaggio di Comporta è a una sessantina di chilometri a sud di Lisbona, e al tempo stesso complicato. C’è da prendere un primo autobus fino al porto di Setubal, da dove ci avevano promesso di imbarcare la Rab per Buenos Aires, poi da Setubal il catamarano fino alla cittadina di Troia. Pietro scruta l’orizzonte nella speranza di avvistare l’amata vettura, ma oggi non si vedono nemmeno i delfini. Brutto segno, commenta uno dei rari passeggeri di quella corsa mattutina.  Pietro Raboni - Lisbona
Una volta a Troia, si scopre che il servizio pubblico per Comporta, nostra destinazione finale, prevede solo tre corse al giorno. Siamo fuori stagione e di taxi neanche a parlarne. Questo significa dover attendere quattro ore tra ristoranti, boutique e seconde case sprangate finché, come un miraggio nel deserto, non appare il bus diretto a Comporta. Siamo gli unici passeggeri ma sufficienti a riempire di suspense tutti i sedili. È arrivato il momento della verità. Superata la curva che promette di immettere nel centro del paese (che però non ha nessun centro) scendiamo dal predellino e lo sguardo corre al ristorante di Pedro.
Rabmobile - LisbonaAperto, nonostante ogni ragionevole dubbio, proprio come ci aveva detto a settembre. E poi, sul piazzale di fronte, un inconfondibile oasi verde shetland zebrata di rosso ruggine. È lei, la Rab, più o meno nello stesso posto dove l’avevamo lasciata, a fianco di una ciminiera coronata dal nido di una cicogna. Anche lei è sempre li, proprio come ci aveva predetto un vecchio del paese. Quando arriva l inverno, alcune cicogne migrano; altre, invece, non si muovono, e nessuno ha mai capito perché alcune no e altre si. 
(31 continua) 
Articolo Precedente

Bmw, email e sms di lavoro spediti “fuori orario”? Conteggiati in busta paga

next
Articolo Successivo

C’era una volta il castello di Frinco: un altro pezzo d’Italia che se ne va

next