La prima uscita pubblica del governatore Roberto Cota (Lega Nord), dopo la sentenza del Consiglio di Stato che rimanda il Piemonte alle urne, non è un bagno di folla. Poche decine di persone che sfilano per le vie del centro di Torino, chiedono che l’Italia segua la strada aperta dalla Svizzera con il referendum della settimana scorsa contro l’immigrazione. Cota parla poco del tema della manifestazione, ci pensa Mario Borghezio (eurodeputato leghista) che sintetizza: “Clandestini, tutti fuori a calci in culo”. Mentre l’ex governatore attacca la magistratura “in nessun Paese una sentenza del genere arriva quattro anni dopo le elezioni. Questo tribunale ha cancellato il diritto di voto dei piemontesi”. Poi assicura che non correrà per alle europee “non sono interessato alle poltrone di Strasburgo”, rimane invece in dubbio il suo ruolo all’interno della Lega Nord, della quale è il presidente regionale di Cosimo Caridi
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