Un Renzi Bruto che fa fuori un Letta piccolo Cesare, ché di paragonare l’Enrico al grande Giulio nessuno ci pensa. La stampa estera, che da giorni stava quasi alla finestra della politica italiana, aspettando che succedesse qualcosa di chiaro, se non di definitivo, oggi si pronuncia: Letta se ne va senza nenie né prefiche, ma Renzi non arriva sul carro del trionfo. Per lui, e per questo momento della politica italiana, gli stereotipi più gettonati sono quelli di Bruto, appunto, e di Machiavelli. E Tony Barber sul Financial Times mescola storia romana e tragedie shakespeariane parlando di “pugnalata al petto”.

Sul Times di Londra, che titola “un colpo di palazzo”, James Bone parla di un “complotto degno dell’antica Roma”: e si può perdonare Letta – aggiunge – se ha pensato “Et tu Brute?”. WSJ e NYT, alluni sono, preferiscono, invece, la formula “rivolta di partito“.

Su Twitter, un commentatore britannico esperto di affari italiani, Geoff Andrews, scrive, mentre raggiunge gli studi della Cncbc: “Porto con me una copia del Principe di Machiavelli per parlare della crisi politica italiana“. E Yannis Koutsomitis, che collabora con il World Service della Bbc, parla di “Matteo Brutus Renzi”.

El Pais, invece, descrive una “guerra fraticida” e trasforma Letta in un personaggio asserragliato all’Ok Corral. Per Le Monde, Renzi è “l’uomo che va di fretta”: un “ambizioso che mira al vertice dello Stato”. Sul Guardian, Matteo è “l’affabulatore telegenico che cita Tony Blair come modello”. Sul WSJ, è “il giovane leader di centrosinistra che elettrizza la politica italiana e promette di scuotere lo sclerotico sistema politico dell’Italia”. Molti ricordano che Renzi sta per diventare il più giovane premier dell’Italia repubblicana.

I punti fermi, un po’ per tutti, sono che “Renzi caccia Letta” da Palazzo Chigi – ma nessuno ha ben capito per fare che e con chi – e che le elezioni anticipate non sono sparite dai radar politici.

Renzi, osserva il Times, ha indignato la sinistra incontrando Berlusconi, ma promette ora di guidare un governo più a sinistra di quello di Letta. Mentre per il FT l’omicidio pubblico di Letta da parte di Renzi, presentato come “Demolition Man”, il rottamatore, potrebbe ritorcersi contro di lui: se  questi sono i metodi che il sindaco di Firenze usa per spianarsi la strada, “è ragionevole supporre che prima o poi altri possano utilizzarli contro di lui”.

La Bbc segue la vicenda italiana sul sito in tempo reale, come molti altri media: Renzi “erediterà una coalizione scomoda e difficile da maneggiare”, nota l’analista David Willey. Ci s’interroga sulle reazioni dei potenziali alleati, ma anche delle opposizioni, Forza Italia e M5S; ed emergono patemi e dubbi e diffidenze  dei partner dell’Eurozona, che, nel giro di neppure 30 mesi, si saranno trovati di fronte quattro premier italiani, uno solo dei quali eletto: c’è l’attesa di riforme, ci sono perplessità sulla capacità e la volontà e la possibilità di Renzi di farle.

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