Dal corpo del capro espiatorio ‘signor Malaussene’ al Diario di un corpo. Daniel Pennac, 69enne, autore della saga più multietnica e premiata della letteratura francese anni novanta, torna in scena a teatro e lo fa all’Arena del Sole di Bologna, in prima nazionale, dal 14 al 16 febbraio con “Journal d’un corps”, racconto pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 2012. Ambientato nell’agosto 2010, il libro vede protagonista Lison, tornata a casa dopo il funerale del padre, e a cui viene consegnato un pacco, regalo post mortem del defunto genitore: un curioso diario del corpo che l’uomo ha tenuto dall’età di 12 anni fino agli ultimi giorni della sua vita, cioè a 87. Al centro delle pagine regna, con tutta la sua fisicità, il corpo dell’io narrante che accompagna il lettore nel mondo, facendocelo scoprire attraverso i sensi: la voce stridula della madre anaffettiva, l’odore dell’amata tata Violette, il sapore del caffè degli anni di guerra, il profumo della merenda povera a base di pane e mosto d’uva. E’ il viaggio di una vita, tra grandezze e miserie, orgasmi impagabili e camminate per Parigi, dolori e gioie delle vulnerabili creature umane.

Daniel Pennac adatta e interpreta in prima persona il suo diario, spettacolo che è rimasto ben tre settimane in cartellone al Théâtre des Bouffes du Nord, storico palcoscenico di Parigi. Da un tempo cronometrato di 17 ore per la lettura del testo, a un’ora e 20 minuti di lettura scenica con lo scrittore solitario sul palco, recitazione in francese con sovratitoli in italiano, a sedere davanti ad un tavolo coperto d’erba: “Sono partito dalla considerazione che la nostra società esprime il corpo in mille modi attraverso pubblicità, cinema, tv, anche se ognuno di noi ha un rapporto con il proprio corpo inibito, pauroso e silenzioso”, ha spiegato Pennac dai camerini dell’Arena del Sole a un giorno dal debutto nazionale, “Pornoattori me ne hanno parlato in maniera molto pudica. Per questo il corpo parla allo spirito con delle sorprese: e di queste sorprese abbiamo spesso timore”. Una trasformazione da personale a generale, dove l’intimità privata di un corpo diventa territorio comune condiviso universalmente dal lettore e dal 14 febbraio anche dal pubblico italiano.

“Cosa apporta la scena al romanzo? – ha spiegato la regista dello spettacolo Clara Bauer – “la materia stessa del teatro: la sua luce, il suo spazio, la sua durata, la fusione di un corpo unico con il grande corpo comune del pubblico: in breve, il mistero laico dell’incarnazione, che Pennac condivide con il pubblico, attraverso un’interpretazione straordinariamente viva, offrendo a questo diario quella dimensione personale che solo lui, in quanto autore, può rendere pienamente. Lo scrittore francese trasmette così il suo manifesto, quasi un nuovo manuale del saper vivere destinato a tutte le generazioni. ”

Dopo aver insegnato per ventotto anni in un liceo, Pennac è diventato famoso per storie comiche e surreali, ma ben radicate nelle contraddizioni del nostro tempo, con i personaggi della famiglia Malaussène e del quartiere multiculturale di Belleville a Parigi (dove lo stesso autore abita da 20 anni). Bologna non è proprio come Parigi, e Belleville, per lui, ma poco ci manca: nel capoluogo emiliano, Pennac ha molti amici ed è stato insignito nel 2012 di una laurea ad honorem in pedagogia dalla facoltà di scienze della formazione. Lo spettacolo, prodotto da C.I.C.T. / Théâtre des Bouffes du Nord in coproduzione con Les Théâtres de la Ville de Luxembourg e, per l’Italia, con Laila, è in lingua francese con sopratitoli. Scene, luci e costumi sono curati da Oria Puppo, mentre l’ animazione video è di Johan Lescure e le musiche di Jean Jacques Lemêtre. Il nuovo spettacolo avrà altre immediate repliche in regione: al teatro Municipale di Piacenza, il 21 febbraio, e al Comunale di Ferrara l’8 e 9 marzo.

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