Due papà con un bimbo che formano una famiglia. Una mamma single con una bambina che ne forma un’altra. Due genitori italiani, un bambino adottato e, anche in questo caso, una famiglia. A Venezia arrivano 49 “fiabe alternative”. 49 libretti distribuiti nelle scuole per il progetto ‘Leggere senza stereotipi’ che potranno essere letti in classe e che racconteranno ai bambini di 36 asili nido e 18 scuole materne tutte le realtà familiari possibili.

C’è “E con Tango siamo in tre, una storia di due pinguini maschi che allevano un cucciolo, quella di “Bif” il cane che vuol essere una ballerina, c’è “Diverso come uguale“, la storia di un bambino di 6 anni affetto dalla sindrome di down, amico di una bimba epilettica e “Papà bis“, la storia di una famiglia allargata con il nuovo compagno della mamma. Un carnet vasto che non lascia nulla fuori dall’elenco. Dalla coppia divorziata con il bimbo che si trova a vivere con un genitore solo, alle nuove famiglie costruite con i nuovi compagni, passando per le famiglie di stranieri, le storie dei bimbi adottati e delle famiglie omogenitoriali.

A proporre questa piccola rivoluzione culturale, che porterà le scuole materne veneziane ad un’attenzione nuova per le “diversità” di ogni tipo, Camilla Seibezzi, delegata del sindaco del Pd Giorgio Orsoni alle politiche contro le discriminazioni. “Si tratta di un progetto per combattere tutte le discriminazioni – spiega Seibezzi – in quei 49 titoli non ci sono solo fiabe con famiglie omogenitoriali, sia chiaro”. Lo dice perché alla presentazione del progetto, le barricate si sono alzate soprattutto contro le fiabe legate alle famiglie arcobaleno. Prima tra tutti quella dell’assessore all’Istruzione del Comune di Venezia Tiziana Agostini, in quota Pd: “Tutti i materiali messi in mano ai bambini devono essere vagliati dall’equipe psicopedagogica“, ha ribadito.

“L’ho già detto. L’elenco dei titoli è stato condiviso e arriva come esito di un percorso fatto con i dirigenti comunali preposti e con le municipalità. A me interessa però il senso. Partiamo da un punto fermo – dice Camilla Seibezzi – è stato studiato. Lo dicono sono anche le pubblicazioni di Emma Baumgartner, professoressa ordinaria di Medicina all’Università La Sapienza di Roma: le discriminazioni in negativo di tipo sessuale iniziano a tre anni. E’ inutile affrontare questo genere di tematiche dopo, quando si ha la possibilità di farlo nel modo giusto già prima. Non solo. L’assessore Agostini ha promosso dei corsi per educatori contro la discriminazione. E ora vuole dire di no ai libri?”, chiede Seibezzi.

Intanto è scoppiata la polemica. Il consigliere comunale dell’Udc Simone Venturini ha chiesto un incontro al sindaco Orsoni per chiedere una retromarcia in tempi rapidi. “E’ l’ennesima occasione attraverso cui la Seibezzi esprime il suo protagonismo – dice – Spero che il sindaco prenda provvedimenti altrimenti a queste condizioni diventa difficile sostenere un’esperienza amministrativa insieme. Se l’assessore ha acquistato dei libri senza autorizzazioni ci sono possibili responsabilità contabili. Al di là del tema dei libri è impensabile che sia la politica, il singolo assessore o il singolo consigliere a decidere quali libri devono essere studiati nelle scuole”.

Appoggio assoluto al progetto ‘Leggere senza stereotipi‘ arriva invece da llda Curti
 assessore alle politiche delle Pari opportunità della città di Torino
 e responsabile della segreteria nazionale della rete Re.A.Dy (la Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni
 anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere).

Diversa invece la posizione di Paola Sartori, responsabile del Servizio politiche per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Venezia: “Far circolare libri, materiali, giochi che permettono di approcciarsi alle questioni di genere è un’ottima iniziativa, a patto di non scivolare nel contrario. Siamo diventati tutti ecologisti e in certe favole il lupo di cappuccetto rosso non muore più”. Come dire insomma: bene l’idea, ma il materiale è da “maneggiare”.

E se per la prima volta in Italia, esisterà dunque una piccola biblioteca per la diversità, non è la prima volta che la tematica omogenitoriale viene affrontata. Nel 2010 un progetto simile, ma legato unicamente alle famiglie arcobaleno, era stato proposto a Torino. E proprio in questi giorni l’assessore llda Curti
 ha chiesto alla consigliera Seibezzi di darle il suo appoggio. “Da molti anni, ormai, nelle scuole e negli asili delle nostre città,  bambine e bambini appartenenti a differenti culture, etnie, religioni, provenienze geografiche giocano e apprendono insieme. Ciascuna/o di queste/i bambine/i è parte di tanti tipi di differenti famiglie che si confrontano e si rapportano proprio come fanno le/i loro figlie/i – scrive Curti – nella città di Torino, ad esempio, nel novembre 2010 è stata effettuata la presentazione al personale educativo del libro “E con tango siamo in tre”, con la collaborazione della casa editrice Junior. Questo libro di Peter Parnell e Justin Richardson, illustrato da Henry Cole, narra, alle bambine e ai bambini dai quattro anni in su, la storia di due pinguini maschi che formano una coppia e allevano Tango, una piccola pinguina. E’ una vicenda di amore, delicatezza e sensibilità che dimostra come la genitorialità non sia legata all’orientamento sessuale dei genitori, quanto piuttosto alla loro capacità di accudire e amare“. Un titolo, anche questo, incluso tra quelli veneziani.

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