“Non è il caso di parlare di scontro fra l’Onu e il Vaticano”, dice padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede. Ma le sue parole contro il rapporto del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dei bambini che ha accusato la Santa Sede di “aver tollerato abusi dei preti”, avanzano sospetti sull’imparzialità dell’organizzazione e sul suo metodo di giudicare. Secondo padre Lombardi quel documento presenta “gravi limiti“. In particolare “il modo di presentare le obiezioni e l’insistenza su diversi casi particolari – aggiunge – sembrano insinuare che si sia data molta maggiore attenzione a Ong ben note, pregiudizialmente contrarie alla Chiesa cattolica e alla Santa Sede, che non alle posizioni della Santa Sede stessa”. Poi Lombardi avanza un altro sospetto: “Le osservazioni del Comitato Onu sull’infanzia sembrano andare oltre le sue competenze e interferire nelle stesse posizioni dottrinali e morali della Chiesa cattolica“, con valutazioni morali della contraccezione e dell’aborto, “alla luce di una propria visione ideologica della sessualità”. Ma il portavoce vaticano cerca di evitare lo scontro frontale: “Nazioni Unite sono una realtà molto importante per l’umanità di oggi” e “nelle loro più alte istanze apprezzano e desiderano il sostegno della Santa Sede e il dialogo positivo con essa”.

Poche ore e il Comitato dell’Onu sui diritti dell’infanzia risponde. I membri, afferma la presidente Kirsten Sandberg, “hanno elaborato le loro raccomandazioni dopo aver esaminato obiettivamente tutte le informazioni pertinenti relative all’attuazione della Convenzione e rispetto ai diversi articoli della Convenzione”. “E’ stato così per la Santa Sede,come lo è per tutti gli Stati Parte che il Comitato esamina”, ha aggiunto in una dichiarazione trasmessa all’Ansa in risposta ad una richiesta di reazione agli ultimi commenti della Santa Sede. La presidente Sandberg ha ribadito gli aspetti positivi del dialogo avuto con la Santa Sede: “Come riferito nelle sue osservazioni conclusive, il Comitato ha accolto con favore il dialogo aperto e costruttivo avuto con la delegazione della Santa Sede, che ha assunto impegni positivi in numerosi settori”. “In particolare – aggiunge – il Comitato considera positivamente la volontà espressa dalla delegazione di cambiare atteggiamenti e pratiche, e attende l’adozione di misure tempestive e ferme per la concreta attuazione dei suoi impegni”.

Nel suo rapporto l’Onu sottolineava tra l’altro come “a causa di un codice del silenzio imposto su tutti i membri del clero sotto la pena della scomunica” i casi di abusi commessi da preti su bambini “sono stati anche difficilmente riferiti alle autorità giudiziarie nei Paesi in cui sono stati commessi”.

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